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Sicilia: chiude piano formativo 'Etna' su nuove competenze aziendali

16 luglio 2015 | 09.55
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Sicilia: chiude piano formativo 'Etna' su nuove competenze aziendali

Raccogliere le opportunità della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica per fare impresa, valorizzando le risorse locali di un territorio unico come quello dell’Etna. Questi i temi del convegno che ha chiuso il piano formativo 'Etna' (Education e Training per Nuove competenze Aziendali) messo a punto dalla società Civita di Catania e finanziato da Fondimpresa (Avviso 5/2013), fondo interprofessionale sulla formazione continua alle aziende, che si è svolto nella sede del parco dell’Etna, a Nicolosi. Una tavola rotonda sul tema 'Risorse umane e innovazione per lo sviluppo del territorio dell’Etna', con un parterre di relatori qualificati e un pubblico di imprenditori e operatori attenti e motivati.

“La ricchezza di questo territorio e con una iconografia così forte, certamente attira l’attenzione - ha esordito la presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia - ma da sola non basta: le imprese hanno ancora molto da fare e io ringrazio la società Civita e Fondimpresa per avere voluto e immaginato una formazione di eccellenza e un percorso che dobbiamo necessariamente intraprendere a tutti i livelli, perché solo attraverso una adeguata formazione, sia degli imprenditori che degli operatori, si riuscirà a fare il passo avanti che ci viene richiesto e che non può basarsi esclusivamente sulla rendita derivante appunto dallo straordinario patrimonio che è l’Etna”.

“Oggi presentiamo i risultati di questo piano formativo che ha coinvolto 98 aziende del territorio etneo, appartenenti al settore agricolo, agroalimentare, turistico-alberghiero e di servizi che servono da supporto come tour operator", ha spiegato la responsabile Civita, Nanda D’Amore. "Il piano - ha proseguito - vuole spingere le aziende a un salto di qualità e la formazione è elemento fondamentale. Fondimpresa, uno dei fondi interprofessionali che sostengono la formazione aziendale, ha finanziato il progetto e per noi ha significato dare valore a tutto ciò che ruota attorno al vulcano, da un anno e mezzo diventato patrimonio dell’umanità. Un valore ancora maggiore con potenzialità di sviluppo enormi per questa zona, che però deve vedere la cooperazione delle aziende e la loro predisposizione a proiettarsi verso ambiti innovativi”.

“Dall’iniziativa di oggi - ha proseguito Antonella Rizza, di Civita - è emerso come questo territorio sia ricco di storia e di competenze nei vari settori: il progetto ci ha fatto approfondire tanti aspetti dall’agroalimentare al turismo e abbiamo potuto riscontrare come c’è ancora tanto da fare. Da un lato, ci sono delle eccellenze ma, dall’alto, c’è un problema di standard di qualità da innalzare se le imprese vogliono competere con i mercati internazionali”.

“Manca una pianificazione integrata dei territori e dei comuni - ha aggiunto Aurelio Angelini, direttore Fondazione Unesco Sicilia - nell’utilizzare a pieno le potenzialità di questo immenso patrimonio. In un mondo sempre più competitivo è necessario avere grandi capacità manageriali, sapere fare impresa adeguata e competitiva ed è qui che la formazione e la comunicazione diventano elementi cruciali per poter stare in un mercato che sia più vasto di quello che è il recinto di casa. Oggi l’Etna ha la possibilità di offrire le proprie produzioni a un'area molto più vasta, ma per farlo deve mettere in campo risorse umane con grandi capacità di conoscenze, di tecnologie e di promozione del territorio”.

“Qualunque iniziativa si intraprenda sul territorio non può prescindere da due fattori: professionalità e cultura. Per quanto riguarda il vino, sul territorio siamo in una fase ancora di partenza: manca un'adeguata accoglienza ed è necessario che il tema del vino sia percepito in qualunque azione e in qualunque momento della giornata vissuta sull’Etna”, ha sottolineato Valeria Carastro, direttore Strade del Vino dell’Etna.

“Il prodotto siciliano è già riconosciuto nel mondo - ha commentato Seby Sorbello, del direttivo della Federazione italiana cuochi - e i turisti si aspettano già di trovare nelle nostre tavole cibo e materie prime che siano espressione delle migliore tradizione ed eccellenza. Come possiamo noi albergatori, ristoratori od operatori del territorio commettere l’errore di non farlo trovare, degustare e apprezzare nel suo naturale contesto culturale? Ma su questo dobbiamo ancora raggiungere standard di eccellenza”.

Erano presenti all’incontro anche Giandomenico Marino, managing director ad Gs Hotel, e Salvatore Leonardi, consulente direzionale. Le conclusioni sono state affidate al direttore di area formazione di Fondimpresa, Amarildo Arzuffi.

Il piano formativo 'Etna', sviluppato in concomitanza con il riconoscimento Unesco al vulcano diventato Patrimonio dell’Umanità, mette insieme aziende di diversi settori soprattutto, turistico-alberghiero, eno-gastronomico, vitivinicolo, accomunati dall’appartenenza al comprensorio dell’Etna. Coniuga i temi dell’innovazione tecnologica, la digitalizzazione dei processi aziendali, il commercio elettronico (e-commerce) per l’apertura al mercato globale, con l’idea che la tutela e la salvaguardia dell’identità territoriale e delle risorse locali favoriscano lo sviluppo di processi di crescita.

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