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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

17 febbraio 2016 | 11.20
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Se vogliamo introdurre il pensionamento flessibile dobbiamo cambiare il Patto di stabilità in Europa". Lo afferma in un'intervista a 'La Repubblica' il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ricordando che "l'introduzione di maggiore flessibilità in uscita peggiora nell'immediato il disavanzo, mentre nel tempo lungo la spesa si riduce visto che con l'anticipo del pensionamento l'importo dell' assegno sarà più basso anche se erogato per più anni". "Ma le attuali regole europee -avverte Boeri- non tengono conto di tutto questo. Guardano al debito passato, non al debito futuro, invece è questo che diventerà decisivo a causa della crescita della spesa in protezione sociale". "L'Italia - ricorda Boeri - ha un alto debito pubblico accumulato ma è uno dei Paesi che ha fatto una riforma pensionistica in grado di controllare la dinamica della spesa. Non si tratta di chiedere deroghe al Patto, di strappare margini di flessibilità. Si tratta di introdurre vincoli più stringenti, ma vincoli diversi da quelli attuali. L'Italia ha un livello del debito pensionistico del tutto sostenibile e per questo andrebbe premiata". Per ora, aggiunge il presidente dell'Inps il governo "ha voluto perseguire altre strade. Peccato, perché il pensionamento flessibile è importante ora, nel 2016, non tra due o tre anni" quando sarebbe "troppo tardi" visto che "l'innalzamento repentino dell'età anagrafica per il pensionamento in questi anni di crisi economica ha creato un tappo all' assunzione dei giovani". Boeri si esprime quindi contro il blocco delle assunzioni che "si protrae da ormai 15 anni e ha avuto effetti negativi sulla pubblica amministrazione".

"Una voluntary disclosure 2.0": una nuova sanatoria legata questa volta "una forte stretta all' uso del contante" e con un accento particolare sui capitali già in Italia, vale a dire su quella parte della vecchia voluntary "che non ha funzionato come avrebbe dovuto". Stefano Simontacchi managing partner dello studio legale BonelliErede e consigliere di Rcs MediaGroup lo propone con il 'Corriere della Sera'. "In Italia ci sono molte più banconote da 500 euro di quelle che vengono stampate: il nostro Paese calamita dall' estero tante maxi banconote spesso in odore di evasione. Agganciando una nuova sanatoria a forti limiti all' uso del contante - arrivando se necessario alla sua quasi completa eliminazione - non solo si scoraggerebbero i pagamenti non tracciabili, ma si incentiverebbe l'emersione del nero, più di quanto abbia fatto la vecchia voluntary . E i soldi potrebbero essere tolti dalla palude del nero e portati a pieno titolo nel sistema produttivo".

"Separare la spesa assistenziale da quella previdenziale è una richiesta che proviene da più parti e da molti anni; qualcuno dice che è un esercizio inutile ma se si conosce bene il nostro sistema previdenziale si capisce che questa operazione non è solo utile in termini contabili perché fa chiarezza su spese che sono molto diverse tra loro ma è anche un esercizio di equità tra chi ha versato e chi no. È necessaria poiché il nostro modello di welfare per finanziare le pensioni prevede una tassa di scopo (i contributi sociali) mentre l' assistenza è finanziata dalla fiscalità generale. Per questi motivi nel 3° Rapporto sul 'bilancio del Sistema previdenziale italiano' elaborato, come ogni anno, dal Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali, abbiamo riclassificato il bilancio per evidenziare le spese di natura assistenziale separandole da quelle pensionistiche pure cioè quelle sostenute da contribuzioni". Lo scrive Alberto Brambilla sul 'Corriere della Sera'.

"L'Europa è una formidabile fuoriserie. Peccato che la alimentiamo ad acqua. E se si decide di "cedere" sullo status di economia di mercato alla Cina, così come su Schengen, i fili spinati o sul Made in, perdiamo completamente il senso della nostra identità e un patrimonio che il mondo ci invidia". Lo dice Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria con delega all' Europa, al 'Sole 24 Ore'. Alla Cina, dice, non va riconosciuto lo status di economia di mercato "perché la Cina non è affatto una economia di mercato"."Non soddisfa nessuno dei criteri della Ue per essere considerata tale e sarebbe una follia economica e politica concedere prematuramente il Mes a Pechino, che peraltro non soddisfa neppure gli obblighi dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Anzi, Pechino ha appena annunciato che diminuirà l'attuale produzione di acciaio che è di 804 milioni di tonnellate l'anno e ristrutturerà e riconvertirà in parte gli impianti con sovvenzioni pubbliche e aiuti di Stato. Qualcosa di inaccettabile per le nostre imprese e per la libera concorrenza".

"Fare la spending review è come rimettersi in forma. Prima di tutto bisogna seguire una dieta, ma poi si deve anche cambiare stile di vita. Ecco, noi stiamo passando alla fase due della revisione della spesa in cui si va dai semplici tagli a una revisione strutturale, che punta a cambiare la qualità della spesa". Lo dice Yoram Gutgeld a 'La Stampa' facendo il bilancio del suo primo anno da consigliere economico del premier e da commissario alla spending review. Ma guarda più che altro avanti. Alla "fase due", per l'appunto, e allo scontro tra il governo italiano e Bruxelles sulla flessibilità di bilancio. Uno scontro che non ha ragione di esistere, dice: "Tutte le persone di buon senso capiscono che il debito si abbatte solo se aumenta la crescita".

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