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Camusso, serve sistema pensioni equo per giovani e precari

06 maggio 2014 | 15.20
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Camusso, serve sistema pensioni equo per giovani e precari

Rimini, 6 mag. (Labitalia) - Nessun ritorno indietro a difendere chi ha già diritti acquisiti ma una riforma che guardi ai giovani e ai precari assicurando loro equità e libertà di scelta. E' questa, per Susanna Camusso, che apre il XVI congresso della Cgil, l'unica piattaforma, l'unica risposta strutturale possibile "alle fantasie del dibattito in corso, tra autoprestiti, prepensionamenti e scivoli vari". Nuove regole sulle quali la Cgil chiama all'impegno anche Cisl e Uil in una sorta "di vertenza nazionale" fatta di una "piattaforma unitaria ed assemblee".

"Non l'idea di un ritorno indietro, come nulla fosse, restando nel recinto di chi difende una parte", dunque, ma "un sistema equo, che reintroduca certezze e libertà di scelta", spiega includendo anche il mondo degli esodati, "il cui problema va risolto nella certezza del diritto". Così come, prosegue Camusso, "non si può tornare alle mille soluzioni ad hoc, per poi dire che il sistema è ingiusto e costoso". E' infatti, dice ancora, "l'incertezza del sistema, l'idea per tanti giovani che la pensione non c'è più, tra le ragioni che ha nei fatti congelato la previdenza complementare, gamba che va consolidata e resa più efficace con l'unificazione di fondi più piccoli, con scelte sugli investimenti".

Quindi una proposta: "In un sistema universale si deve abolire il fondo di gestione separata, oggi ghetto di precari, perché - dice il leader Cgil Camusso dal palco del XVII congresso- quale pensione di garanzia potremmo assicurare ai giovani se l'aggiornamento dei loro coefficienti è legato a un Pil di crisi e siamo già a -9 punti?". E a chi solleva e ha sollevato l'argomento del debito per scoraggiare la proposta Camusso ricorda "che un paese che prevede di avere solo anziani poveri sta preparando un gigantesco debito per il futuro, oltre che una gigantesca ingiustizia".

Quindi un accenno alla Covip: "Bisogna sapere che abolendo la Covip, dando alle assicurazioni il controllo del sistema, si compieranno due drammatici danni: l'incertezza del risparmio previdenziale e la sottrazione di investimenti per il Paese".

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