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Imprese: Federmanager, in prima fila per etica e legalità

21 aprile 2016 | 12.28
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Stefano Cuzzilla - (foto Labitalia)
Stefano Cuzzilla - (foto Labitalia)

I manager sono in prima fila per l’etica e la legalità. Lo sostiene il presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, dopo il workshop “Manager e legalità”, organizzato dalla stessa confederazione di quadri e dirigenti nell’ambito del VI Salone della Giustizia. “I manager? Sono paladini dell’etica e della legalità, e non è ammissibile che pochi casi isolati rovinino la reputazione di una categoria fatta di 180 mila persone che lavorano, che mandano avanti le aziende in ruoli di grande responsabilità, che svolgono una funzione centrale per lo sviluppo economico e sociale del Paese”, ha detto Gargano.

Al centro del dibattito, il rating di legalità delle imprese, istituito nel 2012 dall’Autorità Antitrust, sul quale si sono confrontati: Michele Corradino, Consigliere Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac); Gabriella Muscolo, Componente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm); Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager; il generale Gennaro Vecchione, Comandante delle Unità Speciali della Guardia di Finanza; Margherita Bianchini, Deputy Director General and Head of Corporate Legal Affairs di Assonime; Filippo Tortoriello, presidente e amministratore delegato di Gala Spa.

Per il presidente di Federmanager Cuzzilla, “la legalità è una scelta costitutivamente manageriale. Per fortuna il successo di un business è sempre più collegato al rispetto delle regole. Avviene così a livello internazionale, ed è bene che sia così anche nel nostro Paese, che può sperare di crescere solo grazie all’impegno di manager e lavoratori onesti e responsabili”. Per queste ragioni, ha concluso Cuzzilla, “grazie all’intuizione di Federmanager Roma abbiamo deciso di partecipare al 6° Salone della Giustizia, un luogo di riflessione importante su questi temi".

Corradino ha definito il nuovo Codice degli appalti "un cambiamento epocale in un settore di forte rilievo per l’economia nazionale, pari a 100 miliardi di euro all’anno (escluso l’indotto) ossia al 7% dell’intero Prodotto interno lordo". Per Corradino, “con la nuova disciplina muta radicalmente il rapporto fra Amministrazione e impresa: un rapporto che si fa più diretto e meno burocratico, finalizzato alla conoscenza e alla valutazione reciproca, improntato a una logica di efficienza e di innovazione”. Il futuro del nuovo Codice degli appalti è una sfida per tutti, ha concluso Corradino: “Per la Pa e per le imprese, ma anche per il Legislatore, chiamato a regolare in maniera chiara ed efficace (si pensi alla nuova normativa di regolamentazione delle lobby) il nuovo rapporto che si instaura fra pubblico e privato”.

“Fornire alle imprese un incentivo a informare la propria attività al rispetto di principi di legalità ed etici prevedendo forme premiali sotto il profilo economico e sotto quello reputazionale”, ha detto Muscolo spiegando il rating di legalità, che "per decollare -ha aggiunto- non può fare affidamento solo sull’onestà dell’impresa, ma deve rappresentare anche un elemento di convenienza economica: in altre parole, l‘impresa deve sapere che se rispetta le leggi e collabora alla denuncia dei reati più gravi, che rendono opaco e vischioso l’esercizio delle attività economiche, avrà dei vantaggi nell’accesso al credito e ai finanziamenti pubblici".

Per il generale Vecchione, “la questione del rating di legalità si pone a corollario di una serie di azioni concatenate che vanno dalla lotta alla corruzione, al controllo degli appalti pubblici ed al contrasto, a supporto dell’Antitrust del fenomeno dei “cartelli di imprese”, che ostacolano la concorrenza ma che hanno effetti anche in termini di danni per l’erario”.

“Quello della legalità - ha concluso il presidente di Federmanager Roma Giacomo Gargano - è un valore che nasce dall’educazione familiare e da quella civica. Oggi, troppo spesso, questi valori sembrano abdicare a messaggi di egoismo, prepotenza, arroganza che spesso finiscono con lo sconfinare nell’illegalità”. L’educazione, ha concluso Gargano, è fondamentale: “È dalla scuola, oltre che dalla famiglia, che si costruiscono i futuri cittadini del nostro Paese”.

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