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Ermanno Scervino indaga il corpo e le sue armature

"La nostra donna ama il Made in Italy e il ben fatto" dice Toni Scervino, raccontando la collezione per il prossimo autunno-inverno tra tessuti maschili, corsetteria e lavorazioni preziose

Tre uscite di Ermanno Scervino fw 2024-25
Tre uscite di Ermanno Scervino fw 2024-25
24 febbraio 2024 | 20.33
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È una donna che “ama il Made in Italy, il ben fatto e l’eccellenza” quella immaginata da Ermanno Scervino per il prossimo autunno-inverno, un’indagine sul corpo e sulle sue diverse armature. “La collezione parla di donne che amano il ben fatto e il più bel fatto al mondo è Made in Italy - dice all’AdnKronos Toni Scervino, ceo del brand e braccio destro dello stilista Ermanno Daelli, fisicamente assente per via di un’operazione alla schiena che lo ha interessato nei giorni scorsi -. Noi non vogliamo tradire questi valori ma trasmetterli alle nuove generazioni”.

In passerella gli abiti si trasformano in strumento di autodeterminazione. I tessuti tradizionali maschili, dai gessati alle grisaglie in lana, danno voce all'animo sartoriale del marchio, caratterizzato da costruzioni elaborate per le giacche a clessidra che scolpiscono il corpo, dai cappotti spigati con le spalle scese che lo accarezzano, fino agli abiti bustier in double di lana, esempi della maestria artigianale e tecnologica dell'atelier.

“Fare abiti del genere, che sono ben costruiti e portabili, è qualcosa che solo le sarte italiane possono fare” osserva Scervino mentre sulla catwalk sfilano alcuni dei capisaldi del brand, simbolo assoluto di eleganza italiana. Come gli abiti corsetto, le gonne longuette con lavorazioni a intarsio, abiti midi color nude impreziositi da trapuntature e trench stampa cocco. Ai piedi grossi doposci di pelliccia ecologica ricamati a mano, la stessa lavorazione che ricorre sui giacconi di mongolia e di shearling, plateau e sandali dal tacco altissimo.

“In questa collezione c’è tutto il vocabolario della maison - evidenzia Scervino -. C’è il nostro Dna, con i tessuti maschili trattati a scultura, senza bisogno di gabbie e costrizioni mentre la corsetteria resta la massima espressione del Made in Italy”.

Un bello e ben fatto che secondo l’imprenditore va preservato e tutelato per evitare che scompaia: “Il problema è reale - ammette Scervino -. Va lanciato un appello per tramandare il Made in Italy. A breve ci sarà un problema di continuità e bisogna stare all’erta”. (di Federica Mochi)

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