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Aborto, Mirabelli (ex Consulta): "Ddl Menia? Definisce una personalità giuridica dimezzata"

20 gennaio 2023 | 17.27
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"E' strumento di protezione ma la legge italiana già tutela il diritto alla vita del concepito"

Aborto, Mirabelli (ex Consulta):

Il nuovo disegno di legge 'pro-life' al Senato del senatore di Fdi Roberto Menia intitolato alla "modifica dell'articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica ad ogni essere umano" fa riflettere. "Nega largamente uno degli elementi della capacità giuridica, che è l'imputazione di diritti, escludendo quelli patrimoniali. E' una forma che vuole accrescere delle tutele al non nato ma si trova poi davanti a qualche difficoltà, definendo una personalità giuridica dimezzata". Così il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli.

Mirabelli si domanda se questa strada formalistica sul riconoscimento della personalità giuridica al concepito "sia quella giusta ed adeguata. Certamente è uno strumento di protezione, ma non so se sia quello più idoneo. Se pensiamo che il contenuto dei diritti dal punto di vista civilistico è largamente di carattere patrimoniale, quali farebbero capo al futuro nascituro? Da quando c'è questa piena titolarità di diritti? Chi e come può farli valere? Secondo l'impostazione romanistica c'era la possibilità di nominare un tutore del concepito che ne proteggesse più le attese, che i diritti in senso largo. E adesso? "L'embrione ha diritto alla vita. Questo è indubbio - risponde il presidente emerito - ma non può essere messo in gioco se non rispetto ad altri diritti costituzionali di pari rilievo nel bilanciamento, come prevede la legge dell'aborto che già ha questa garanzia".

Secondo Mirabelli, "il problema sostanziale è la tutela del non nato. La nascita, secondo una tradizione anche romanistica, esige una protezione. Il Codice civile, secondo una tradizione formalistica, attribuisce la personalità giuridica al momento della nascita e prevede che ci siano diritti per il nascituro oltre ad alcune previsioni che riguardano il non nato", rileva. Attribuire una tutela appropriata al non nato, perciò all'embrione, intervenendo sul Codice civile è la soluzione? "E' un problema complesso perché ci sono alcuni diritti che fanno capo al diritto alla vita del concepito. Ma anche la legge italiana dell'aborto riconosce questa tutela - ricorda - e lo ammette bilanciando il diritto alla salute della madre con quella della vita del concepito. Il sistema non è privo di diritti: ricordo la sentenza scritta da Vassalli che ha escluso un referendum ampliativo dell'aborto perché una tutela al concepito deve essere assicurata". (di Roberta Lanzara)

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