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Conte: "Governo finisce qui"

Il presidente del Consiglio: "Al Quirinale per le dimissioni". L'accusa a Salvini: "Ha agito per interessi personali". L'affondo: "Mi assumo il coraggio che manca a lui". E aggiunge: "Vicenda Russia andava chiarita". Il testo del discorso. La breaking news nel mondo

(Afp)
(Afp)
20 agosto 2019 | 13.55
LETTURA: 7 minuti

"L'azione di governo si arresta qui". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel suo discorso al Senato, annuncia la decisione di salire "al Quirinale per dare le dimissioni". E punta il dito sulle parole del vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini che hanno "innescato la crisi" portando l'esecutivo alla fine del suo percorso. "Il presidente della Repubblica è il supremo garante e guiderà il Paese in questo delicato passaggio istituzionale, colgo l'occasione per rinnovargli la mia profonda gratitudine per i consigli e il sostegno di cui mi ha onorato".

Il testo del discorso di Conte


La decisione di innescare la crisi, accusa Conte, è arrivata dal ministro dell'Interno "subito dopo l'approvazione della fiducia sul dl Sicurezza", che "suggerisce opportunismo politico" e che abbia "agito per interessi personali di partito", compromettendo con il suo partito l'intero "interesse nazionale".

"Se tu avessi mostrato cultura delle regole, l'intera azione di governo ne avrebbe tratto giovamento - attacca il premier -. La cultura delle regole non si improvvisa, ma è la qualità fondamentale per fare il ministro o il presidente del Consiglio".

"Caro Matteo" continua, guardando Salvini, seduto accanto a lui, "ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese, hai chiesto pieni poteri per governare e ti ho sentito convocare le piazze". E "questa tua concezione mi preoccupa" gli dice. Il premier ricorda che "il principio dei pesi e dei contrappesi è fondamentale perché sia garantito l'equilibrio del nostro sistema e siano precluse vie autoritarie". Noi "non abbiamo bisogno di persone con pieni poteri ma di cultura istituzionale e senso di responsabilità" spiega il premier, citando Federico II di Svevia (nemmeno il potere del sovrano deve stare sopra la legge) rispetto alle 'concezioni sovraniste'.

'Caro Matteo...' vola su Twitter


Il j'accuse del premier non si arresta, anzi. "Non sei riuscito a contenere la foga comunicativa", attacca Conte, e "hai incrinato la compattezza della squadra di governo, quando ti avevo pregato all'indomani delle elezioni europee di riferirmi direttamente e riservatamente qualsiasi osservazione in ordine alla composizione della squadra di governo". Mentre Conte accusa Salvini di aver pensato solo ai suoi interessi personali, il leader della Lega scuote più volte il capo, in segno di disapprovazione, e alza gli occhi al cielo, prendendo appunti.

Il premier critica anche i tempi dell'apertura della crisi perché "ad agosto" rappresenta "un gesto di imprudenza istituzionale", oltre a esporre il Paese al "rischio di ritrovarci in un esercizio provvisorio altamente probabile".

"I comportamenti del ministro dell'Interno rivelano scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale" rimarca, contestando anche la politica fatta sui social. "Non posso permettere - dice Conte - che questo passaggio istituzionale così rilevante possa consumarsi attraverso conciliaboli riservati, sui social o in dichiarazioni fatte per strada o in una piazza".

"Per un ufficiale contraddittorio l'unica sede in cui confronto pubblico può svolgersi è il Parlamento" sottolinea Conte. L'"ultima osservazione" del premier, sempre contro Salvini, riguarda l'ostentazione del rosario nei comizi: "Chi ha compiti istituzionali dovrebbe evitare di accostare a slogan politici i simboli religiosi". Non sono mancate durante il discorso di Conte numerose contestazioni dai banchi dei senatori della Lega e a ogni critica in risposta gli applausi scroscianti del M5S.

LA REPLICA - Dopo la replica di Salvini, in serata Conte torna in Aula: "Non c'è stato nessun ravvedimento tardivo, se sono stato frainteso vorrei chiarire. Non ne faccio una questione personale tra me e gli amici della Lega e tra me e Salvini, con cui mi fermerei a fare una chiacchierata per dirgli il mio dissenso su tante questioni. Io ho parlato di cultura delle regole e di sensibilità istituzionale" dice il premier al Senato, parlando del suo intervento su Salvini.

Sulle politiche dell'immigrazione "non sto qui a giustificarmi e non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto. Non è nel mio costume" afferma Conte nella replica. "C'è stata una politica di maggiore rigore sul presupposto che una indiscriminata accoglienza equivale ad una non accoglienza".

"Dobbiamo essere d'accordo su un punto: non possiamo affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che io faccio fatica a comprendere. Scusatemi ma sono molto lineare, apprezzo la linearità di azione".

RITIRO MOZIONE - "Mi dicono che è stata ritirata la mozione" di sfiducia, dice Conte in aula. "Dobbiamo essere d'accordo su un punto: che non possiamo, se amiamo le istituzioni, affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che io faccio fatica a comprendere".

"Prendo atto che al leader della Lega, Matteo Salvini, manca nel coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti. E' evidente che la responsabilità della crisi porta la sua firma ma se gli manca il coraggio politico, me la assumo io. Questa è l'unica conclusione obbligata e trasparente".

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