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Scontro in Rai, la goccia che ha fatto traboccare il vaso

15 aprile 2019 | 09.16
LETTURA: 3 minuti

La lite si sarebbe consumata sabato scorso all'interno della testata e avrebbe visto coinvolti il direttore Carboni e uno dei vicedirettori della testata, Polimeno Bottai

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Io già sabato ho fatto la mia relazione all'azienda. Non commento la vicenda. Mi auguro ci sia al più presto un passaggio aziendale". Si limita a queste poche parole il direttore del Tg1, Giuseppe Carboni, nel rispondere all'Adnkronos a proposito delle cronache sulla lite che si sarebbe consumata sabato scorso all'interno della testata e che avrebbe visto coinvolti lo stesso direttore e uno dei vicedirettori della testata, Angelo Polimeno Bottai.

Una sintonia umana e professionale prossima allo zero e il mancato confronto sulle ultime nomine al Tg1 sarebbero, a quanto apprende l’Adnkronos, i motivi alla base dello scontro. Un attrito, il loro, cresciuto nel tempo e alimentato anche da dissapori sui turni che, di fatto, avrebbero spesso emarginato Polimeno Bottai dalle principali edizioni del Tg1, in primis quella delle 20. Tutti motivi di scontro che sono arrivati all’apice sabato scorso quando, a dimostrazione dell’emarginazione subita, Polimeno Bottai avrebbe protestato contro Carboni per non averlo affatto coinvolto nelle scelte di nomina al Tg1, veicolate dal Cdr con una nota nella serata di sabato. Scelte su cui, invece, il direttore Carboni avrebbe coinvolto gli altri suoi vicedirettori.

Ma c’è anche chi fa notare che il livello dello scontro si sia alzato per il merito politico delle nomine. Sta di fatto che una discussione, già dai toni piuttosto accesi, si sarebbe consumata prima nella stanza di Carboni per poi culminare quasi in uno scontro fisico in corridoio quando un collega sarebbe intervenuto per separarli. Ora entrambi, Carboni e Polimeno Bottai, saranno chiamati dall’Azienda a raccontare i fatti dopo aver già inviato, ciascuno, una propria relazione. La questione è già all’attenzione dell’ad Rai Salini ma sarà, come di prassi, l’ufficio ad hoc a valutare l’eventuale necessità di un provvedimento disciplinare che potrebbe andare dalla classica lettera di richiamo alla multa (che il più delle volte si traduce nel taglio di qualche ora di stipendio) fino alla sospensione dal lavoro.

La lettura politica è la più sposata dagli ambienti parlamentari certi che a stressare il confronto, sebbene questo non sia emerso nel confronto verbale tra i due, ci sarebbero stati anche i dati dell’Osservatorio di Pavia della settimana che va dall’8 all’11 aprile quando l’istituto di ricerca specializzato nell’analisi dei media avrebbe mostrato un Tgd, vale a dire il tempo gestito direttamente dal competitore politico (o tempo di parola) a favore di Pd (16,8) e Movimento Cinque Stelle (16,16) con la Lega al 13,4; Forza Italia al 10,9; Fratelli d’Italia al 3,3; governo al 10,4; Istituzionali al 17,2.

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