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Elezioni, Osservatore Romano: "Massiccio astensionismo tra i pochi dati certi"

04 giugno 2016 | 16.44
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(Fotogramma)
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"Il massiccio astensionismo sembra essere uno dei pochi dati certi di questa consultazione". Lo registra l'Osservatore Romano, alla vigilia dell'appuntamento elettorale delle amministrative che si terranno domani in 1342 comuni di cui 25 capoluoghi di provincia. "Oltre tredici milioni di italiani sono chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni amministrative. Ma saranno molti di meno gli elettori che, dalle 7 alle 23, decideranno di esercitare il loro diritto al voto", evidenzia il quotidiano della Santa Sede.

"Gli ultimi sondaggi effettuati attribuiscono ai disertori delle urne percentuali altissime. Un elemento che rende qualsiasi analisi politica ancora più complicata di quanto già sia. Tra le città che vanno al voto figurano, com’è noto, Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino. A dare indicazioni significative in chiave nazionale saranno soprattutto i risultati delle prime due", annota ancora il quotidiano della Santa Sede nel ricordare che "come è sempre accaduto nella storia delle consultazioni amministrative italiane, saranno i risultati a determinare se a Palazzo Chigi si potrà continuare a lavorare con maggiore o minore serenità o in mezzo a tensioni inevitabili".

A Roma come a Milano, registra il quotidiano della Santa Sede, sembra scontato il ballottaggio: "Roma, in tal senso, avrà un ruolo importante, così come Milano. Il secondo turno, in entrambi i casi, sembra inevitabile. Ma nella capitale è decisivo verificare chi parteciperà al ballottaggio, mentre nel capoluogo lombardo sarà importante il risultato finale, nel secondo turno del 19 giugno, per stabilire la possibilità o meno che certe alleanze, nel centrodestra, possano continuare a essere vincenti. Analogamente, il risultato di Napoli sarà significativo per confermare, all’interno del centrosinistra, le possibilità di un movimento alternativo a Renzi, impersonato dal sindaco uscente Luigi De Magistris".

Una campagna elettorale, quella per le amministrative, senza appeal, rileva il quotidiano d'Oltretevere: "la consapevolezza che il confronto politico a livello nazionale si giocherà in effetti proprio a ottobre ha reso la campagna elettorale, fatta qualche eccezione, piuttosto incolore. I leader di partito si sono spesi, negli ultimi giorni, solo per puntellare alcune candidature, in particolare nelle città appena nominate. A fronte di ciò non si è registrata d’altra parte la presenza di programmi di grande respiro o comunque di idee forti e chiare rispetto ai problemi gravi che si presentano in molte delle città nelle quali ci si reca al voto".

L'Osservatore Romano riserva una riflessione anche al proliferare delle liste civiche: "in tanti casi semplici camuffamenti per attrarre gli elettori delusi dai partiti tradizionali. Rispetto alle comunali del 1997 tali liste sono raddoppiate, arrivando al numero di 3910. E troppo spesso vi figurano personaggi che, per la loro presunta prossimità a organizzazioni malavitose o per trascorsi poco limpidi, sarebbero impresentabili sotto il simbolo dei partiti nazionali".

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