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Foibe, Barbaro chiede commissione inchiesta su strage Vergarolla: "Montanari collabori"

01 settembre 2021 | 13.36
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Il senatore di Fdi: "Per dare giustizia ad oltre 100 caduti e 200 feriti, fra tutti i quali oltre un terzo di minori"

Foto Fotogramma)
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“Per dare giustizia ad oltre 100 caduti e 200 feriti, fra tutti i quali oltre un terzo di minori, occorre fare definitiva luce sull'accadimento e sulle responsabilità di quel tragico agosto del 1946”. Il senatore di Fdi Claudio Barbaro, "facendo suo un sentimento delle Comunità Giuliano-Dalmate", annuncia che, alla ripresa della attività d'Aula, presenterà un'interrogazione per sollecitare il Governo, a 75 anni dalla strage, anche al fine di istituire una commissione d’inchiesta e promuovere una definitiva raccolta di evidenze, documentazioni e testimonianze capaci di far emergere, finalmente, la verità sulla Strage di Vergarolla, la prima e in termini numerici probabilmente la più grave, in tempo di pace, della storia della Repubblica italiana. Nel corso della ‘Coppa Scarioni’, appuntamento di gare nautiche e natatorie sulla spiaggia di Vergarolla a Pola, un'esplosione di materiale bellico il 18 agosto 1946 causò la morte di 100 persone, 65 identificate, un terzo bambini. In quel periodo l'Istria era rivendicata dalla Jugoslavia di Tito, che l'aveva occupata fin dal maggio 1945. Pola invece era amministrata a nome e per conto degli Alleati dalle truppe britanniche, ed era quindi l'unica parte dell'Istria al di fuori del controllo jugoslavo.

“Chiediamo anche al Rettore Montanari – sottolinea Barbaro - se abbia intenzione di sposare questa iniziativa che vuole fare luce su fatti tragici della nostra Repubblica”.

Domani tavola rotonda Ass. Dalmata, Asi e Comitato 10 febbraio

Delle iniziative in corso per fare luce sulla strage di Vergarolla, che il 18 agosto 1946 causò la morte di 100 persone, 65 identificate, un terzo bambini, a Pola, in Istria, si discuterà nel corso di una tavola rotonda, organizzata dall’Associazione Nazionale Dalmata, dal Comitato 10 Febbraio, con la collaborazione di Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane e di Adnkronos, che ha deciso di ospitare l’evento, in diretta sul sito www.adnkronos.com, domani, giovedì 2 settembre, a partire dalle ore 12.

All'evento, moderato da Valentina Fasolato, della Comunicazione di Asi, parteciperanno Claudio Barbaro, senatore di Fdi, la storica Maria Ballarin, il Presidente di Asi Lazio Roberto Cipolletti, l’esule e campione olimpico Abdon Pamich, Carla Isabella Elena Cace, presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata, Alessandro Quadretti, il regista del docufilm ‘L’ultima Spiaggia’, quella ovviamente di Vergarolla, e Giuseppe Berdini, un testimone dei fatti, allora giovanissimo. Berdini perse entrambi i genitori in quell’occasione.

Cipolletti (Asi Lazio): "Gara sportiva a Ostia per ricordare strage Vergarolla"

Una gara sportiva a Ostia per non dimenticare la strage di Vergarolla, la prima e in termini numerici probabilmente la più grave, in tempo di pace, della storia della Repubblica italiana, quando, nel corso della ‘Coppa Scarioni’, appuntamento di gare nautiche e natatorie sulla spiaggia di Vergarolla a Pola, in Istria, il 18 agosto 1946, un'esplosione di materiale bellico causò la morte di 100 persone, 65 identificate, un terzo bambini. Ad annunciarlo è il Presidente di Asi Lazio, Roberto Cipolletti, già ideatore e organizzatore della Corsa del Ricordo che si svolge a Roma e Trieste, città simbolo della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.

“Oggi è un nostro dovere ricordare - dice Cipolletti - E bisogna farlo non solo per la dignità delle vittime, ma anche per costruire un futuro migliore, impossibile senza la piena consapevolezza del nostro passato. E, per ricordare questo evento, sulle spiagge di Ostia, il prossimo anno, saranno organizzate da Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, delle gare nazionale nautiche intitolate proprio a Vergarolla. Significativo che l’evento possa essere sul mare della Capitale dove, peraltro, è molto forte la presenza delle comunità Giuliano-Dalmate”.

75 anni fa strage di Vergarolla ma ancora non c'è verità per i 100 morti di Pola

La seconda guerra mondiale è finita da pochissimo e l’Istria è occupata dalle truppe del maresciallo Tito. Il “lungo esodo” è già iniziato. Ma non da Pola che, ancora, è amministrata dalle truppe britanniche. A Vergarolla, una famosa spiaggia di Pola gremita di partecipanti, si svolgono delle gare di nuoto organizzate dall’associazione “Nautica Pietas Julia” nata nel 1886.

Nel 1946, pur nei dolori del dopoguerra, si svolge una giornata di sport dopo tanti anni; molti dei giovani non sono tornati dal Fronte e i bombardamenti hanno arrecato gravi danni anche agli impianti sportivi. A ciò si aggiunge il clima di incertezza sul futuro politico dei territori occupati d’Istria e Dalmazia. In una atmosfera greve, si cerca di reagire organizzando una manifestazione sportiva dinnanzi la sezione velica di Vergarolla a cui partecipa numerosa la cittadinanza che cerca un po’ di distrazione dopo tanta angoscia. Improvvisamente l’esplosione di ordigni bellici sulla spiaggia, da tempo disattivati, provoca una strage. Un centinaio di morti e decine di feriti gettano nel lutto e nello sconforto una comunità già tanto provata. Pochi mesi dopo, il 21 gennaio 1947, la Pietas Julia ammainerà il glorioso guidone e seguirà nella via dell’esilio la quasi totalità dei conterranei. Un centinaio i morti, di cui solo 64 identificati e 200 feriti. Non mancano gli atti di eroismo: il dottor Micheletti perde i due figli, ma continua a prestare soccorso per oltre 48 ore.

All’epoca si indagò poco e male. Nessuno, forse, aveva la reale intenzione di individuare con chiarezza le dinamiche dei fatti. Ci sono volute decine di anni perché dagli archivi inglesi uscisse una documentazione capace, da sola, di contribuire a fare luce. Il comando inglese diede mandato ad una Commissione d’inchiesta di individuare le responsabilità della strage. Quest’ultima giunse a concludere che le mine erano in stato di sicurezza, poiché disattivate e che alcuni testimoni, fra i quali anche un inglese, asserivano che, poco prima dell’esplosione, avevano udito un piccolo scoppio e visto un fumo blu correre verso le mine. Pertanto, nella relazione finale fu espresso il parere che “gli ordigni sono stati fatti esplodere da persona o persone sconosciute”.

Il sopravvissuto: "Bene si parli di strage ignorata"

"Sono passati molti anni, per tanto tempo non se ne è parlato, questo mi dispiace, purtroppo solo dal 2004 si è iniziato a parlare delle Foibe e di questa strage. Non voglio farne una questione politica ma sono rammaricato". Giuseppe Berdini oggi ha 83 anni, nella strage di Vergarolla, il 18 agosto del 1946, circa 100 morti per l'innesco si un enorme quantitativo di materiale bellico su una spiaggia alla periferia di Pola, ha perso la madre, il padre, la sorella e una zia. Si è salvato perché al momento dell'esplosione era su una barca a poca distanza dalla riva. "Una tragedia provocata - dice all'Adnkronos - per far sì che tutti gli italiani titubanti si convincessero a lasciare l'Istria".

"Lo ricordo come se fosse ieri - racconta - Era una domenica, partecipavamo a una gita in barca con una trentina di persone, 6-7 famiglie. Siamo arrivati alla spiaggia di Vergarolla e abbiamo poggiato quello che avevamo, borse e indumenti, su queste mine di profondità, che stavano sulla spiaggia sotto la pineta, e che erano già state disinnescate, erano innocue. Al momento dell'esplosione mi trovavo in barca con altri due ragazzi, tutti e tre avevamo 8 anni. Siamo sopravvissuti nonostante non fossimo tanto lontani dalla riva. Ci siamo accovacciati nella barca, è arrivato di tutto, anche pezzi di corpi umani. I gabbiani si tuffavano in acqua su quei resti". Gli ordigni bellici sulla spiaggia, spiega "erano bombe di profondità che venivano usate per i sommergibili. Mio padre era un radiotelegrafista della Marina, sapeva che non avrebbero dovuto esplodere. Poi si è capito che erano state innescate".

Quanto alla commissione di inchiesta chiesta da Fratelli d'Italia, "era già stata fatta a suo tempo", ricorda Berdini. Ma, osserva, "ora la politica è cambiata, prima c'erano Democrazia cristiana e Partito comunista che evidentemente non avevano interesse a parlarne e a fare chiarezza. E' possibile che il comandante Tito abbia avuto un'onorificenza da Saragat nel 1969? Quali meriti ha avuto, di avere mandato le persone nelle foibe? - si chiede - Non capisco come il governo italiano abbia acconsentito". Quella di Vergarolla, conclude, "è stata una strage di 100 persone che nulla avevano a che fare con la politica. Che se ne parli ora è un bene, queste cose non si possono dimenticare".

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