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Green pass obbligatorio lavoro, bozza Dpcm per 15 ottobre

Chi è vaccinato o ha diritto al certificato può accedere al posto di lavoro anche senza Qr Code.

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12 ottobre 2021 | 11.38
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Il nuovo Dpcm, che il premier Mario Draghi ha firmato in vista della nuova deadline del 15 ottobre - quando il green pass diventa obbligatorio per lavoratori privati e dipendenti pubblici - traccia il percorso dei software e delle applicazioni necessari per la verifica del passaporto vaccinali ai tornelli e all'ingresso degli uffici.

Il premier, su proposta del ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del ministro della salute, Roberto Speranza, ha adottato le linee guida relative all'obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni.

Il provvedimento, che sarebbe stato messo a punto con il supporto dei tecnici della Sogei, è la sintesi di un gioco di squadra che vede in campo il Mef, il ministero della Salute, nonché il ministero per l'Innovazione tecnologica capitanato da Vittorio Colao.

CONTROLLI

I controlli del datore di lavoro affinché i propri dipendenti arrivino ai tornelli o all'ingresso degli uffici muniti di green pass possono avvenire in anticipo, ma non eccedere le 48 ore.

"Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali - si legge nella bozza anticipata dall'Adnkronos - i soggetti preposti alla verifica possono richiedere ai soggetti obbligati di rendere le comunicazioni" con "l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro".

Nella bozza, visionata dall'Adnkronos, è previsto che "il Ministero della salute rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità, descritte nell'allegato H, che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l’accesso ai luoghi di lavoro".

QR CODE

Se sprovvisti di Qr Code, ma regolarmente vaccinati o in linea con quanto previsto per ottenere il green pass, si potrà comunque accedere al luogo di lavoro, dove, dal 15 ottobre, vige la regola di presentarsi provvisti di passaporto vaccinale.

"Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid19 da parte della piattaforma nazionale DGC - si legge nella bozza visionata dall'Adnkronos - i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni" necessarie per poter accedere al posto di lavoro in regola con quanto previsto dal governo nell'ultima stretta per estendere l'uso del green pass.

Il green pass o il QR code possono essere utilizzati dal datore di lavoro solo ed esclusivamente per verificare che il dipendente, a partire dal 15 ottobre, sia in regola per accedere al posto di lavoro, ovvero provvisto di passaporto vaccinale. Infatti, "è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle Certificazioni verdi COVID-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste" dalla legge "in esito ai controlli".

GREEN PASS E VACCINO ALL'ESTERO

Il Dpcm 'copre' anche gli italiani che si sono sottoposti a vaccinazione all'estero, a lungo rimasti in un 'limbo' normativo.La bozza del provvedimento, prevede infatti al riguardo che il sistema ad hoc, il TS, "acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma-DGC, i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde COVID-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti".

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