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Sinistra: Landini, faremo il Primo Maggio d'autunno

07 giugno 2015 | 18.25
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Chiude l'assemblea di Coesione Sociale. Si torna a lavorare sui territori dopo due giorni di confronto. Il leader Fiom propone la costruzione di un portale che metta in rete tutti i movimenti e suggerisce una manifestazione da tenere fra qualche mese per tirare le somme del lavoro fatto

Maurizio Landini (Infophoto) - INFOPHOTO
Maurizio Landini (Infophoto) - INFOPHOTO

"Lo dico come lo può dire un sindacalista: anche a ottobre possono sbocciare i fiori. Facciamo il Primo Maggio d'autunno". Maurizio Landini saluta e chiude l'assemblea di Coalizione Sociale con un'espressione che sembra stare sospesa a metà strada tra la Rivoluzione dei Garofani che nel 1974 in Portogallo pose fine in modo incruento al regime di Antonio Salazar e a un frammento di "Via del Campo", indimenticabile ballata di Fabrizio de Andrè.

Dopo una discussione di due giorni animata da 800 partecipanti, tra i quali anche Franco Piperno e Oreste Scalzone, 300 organizzazioni aderenti e 200 interventi su quattro grandi aree tematiche, Landini ha dovuto tirare le somme e indicare una direzione di marcia per i prossimi mesi. "Finito il percorso sui territori - ha detto prima dei saluti - tra qualche mese ci ritroveremo nuovamente per fare un bilancio della pratiche che abbiamo prodotto e lì lanceremo la manifestazione o le iniziative che decideremo insieme". L'idea è di fortificare il radicamento sui territori collegando le tante voci di Cs. "Non sono bravo con l'informatica - ha spiegato - ma credo dovremo fare una piattaforma nazionale per mettere in circolo le informazioni e rafforzare legami, collegamenti, facilitare le comunicazioni".

"Quello che stiamo cercando di fare - ha esordito il segretario della Fiom nel discorso finale durato quasi un'ora - è una novità, quindi non è né semplice né facile né scontata. Ognuno di noi - e lo dico come segretario della Fiom che ha una sua struttura - deve essere disponibile con coraggio al cambiamento. Da lavoratore, delegato e poi come sindacalista mi sono sempre mosso chiedendo l'applicazione delle leggi, noi siamo stati i garanti dell'applicazione delle leggi ma oggi siamo in un'altra situazione".

Dobbiamo rendere inapplicabili Jobs Act e Buona scuola

"Non posso chiedere l'applicazione del Jobs Act o della Buona scuola - ha continuato il leader Fiom - ma mi devo battere per cambiarli e per renderli inapplicabili. Se ci sono un sacco di case sfitte e di spazi inutilizzati, questa deve diventare una nostra battaglia. La nostra finalità non è di essere dei fuori legge ma se le leggi sono ingiuste e impediscono l'esercizio dei diritti delle persone vanno cambiate. Noi dobbiamo unire le nostre forze, unire i bisogni e le necessita di risolverli, per trasformarle in un conflitto verso quelli che non risolvono i nostri problemi".

"Dobbiamo volare basso, non possiamo dire che ci mettiamo noi a rappresentare tutti quelli che non vanno a votare, altrimenti saremmo altrettanto matti. Dobbiamo però avere la consapevolezza che in Italia c'è una domanda enorme di partecipazione che nessuno è in grado di raccogliere e di rappresentare".

"Cerchiamo di capire come mettere insieme certe esperienze che sul territorio stanno funzionando, come le scuole popolari. C'è poco da inventarsi, non dobbiamo essere dei Maradona, di quello ne basta uno. Prendiamo ciò che funziona e trasferiamolo sul territorio, espandiamo i progetti delle 300 associazioni che si sono presentate qui in questi due giorni".

Non sputtaniamo questo patrimonio per beghe personali

"Non possiamo permetterci di sputtanare un patrimonio di questo genere per mire personali o per beghe politiche. Non ci è permesso. Ci dobbiamo prendere questa responsabilità - ha ammonito Landini - siccome stiamo cercando di mettere insieme decine e decine di esperienze diverse, ognuno di noi deve non deve rinunciare alla propria identità e organizzazione ma metterle in comune per un progetto comune".

"Se vogliamo allargare questo progetto a una dimensione nazionale - ha detto ancora - noi dobbiamo cominciare a pensare e a ragionare su una grande iniziativa nazionale da fare tra qualche mese. Anche in autunno possono sbocciare i fiori, faremo un primo di maggio in autunno, come occasione di unità nel Paese davanti a un governo che il Paese vuole dividerlo, portando avanti una politica di contrapposizione che non è diversa da quelle fatte dai governi Monti e Letta".

"Se vogliamo ridare forza e valore ai diritti, al lavoro e alla democrazia fondata sulla partecipazione, questo è ciò che dobbiamo fare. Non si sta discutendo a qualcuno di noi ma cosa succederà a tutti noi se noi stiamo zitti e non ci muoviamo. Se c'è qualcuno che ha interesse a difendere il Paese, siamo noi, perché non abbiamo niente da perdere".

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