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Lega Nord e bilancio 2020: rischio 'cessazione' per partito Bossi

03 luglio 2021 | 13.03
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Ma fonti di via Bellerio negano: nessuna chiusura, vecchio partito continuerà a presentarsi al voto

Adnkronos
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Lega nord a rischio chiusura definitiva. E' questo uno dei possibili esiti per il partito fondato da Umberto Bossi, 'Lega nord per l'indipendenza della Padania', ipotizzato nel bilancio 2020 del partito nordista, che nella parte della relazione della Audital, società di revisione indipendente, visionata dall'Adnkronos, mette nero su bianco uno scenario di "cessazione del funzionamento" del partito. Una possibilità che fonti del partito però negano. Non c'è nessuna ipotesi di chiusura, il partito continuerà a presentarsi al voto, sottolineano all'AdnKronos altre fonti da via Bellerio, ricordando come anche l'emergenza Covid ha pesato sul bilancio della Leganord, gravato anche dal debito dei 49 milioni per la vicenda dei rimborsi elettorali indebitamente percepiti nella vecchia gestione, risalente alla segretaria Bossi, fino al 2010.

Tornando al testo che accompagna i numeri del bilancio della vecchia Lega, firmato da Lorenzo Fontana, (solo omonimo del fedelissimo vicesegretario di Matteo Salvini), si sottolinea "siamo giunti a una conclusione sull'appropriatezza dell'utilizzo da parte del tesoriere del presupposto della continuità aziendale e, in base agli elementi probativi acquisiti, sull'eventuale esistenza di una incertezza significativa riguardo eventi o circostanze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità del movimento politico Lega Nord per l'indipendenza della Padania di continuare a operare come un'entità in funzionamento".

E ancora: "In presenza di una incertezza significativa, siamo tenuti a richiamare l'attenzione della relazione di revisione sulla relativa informativa fornita dal rendiconto di esercizio, ovvero qualora tale informativa sia inadeguata, riflettere tale circostanza nella formulazione del nostro giudizio. Le nostre conclusioni sono basate sugli elementi probativi acquisiti fino alla data della presente relazione". "Tuttavia, eventi o circostanze successivi possono comportare che il movimento politico Lega Nord per l'indipendenza della Padania cessi di operare come un entità in funzionamento", si legge ancora nel testo dei revisori.

IL BILANCIO

Il vecchio partito fondato da Umberto Bossi ha chiuso il bilancio con avanzo di 126,424,85 euro per il 2020 (94mila nell'anno precedente). Lo certifica il 'rendiconto di gestione al 31 dicembre 2020' di Bellerio, che AdnKronos ha visionato. La 'Leganord per l'indipendenza della Padania', partito guidato ora dal deputato Igor Iezzi, nominato dopo il congresso di Milano del dicembre del 2019, dichiara 492.703,45 euro di liquidità, tra depositi bancari e postali (521mila nel 2019).

Tra le voci quella dei debiti pari a 18.837.976, riconducibili al debito contratto con lo Stato, dopo la condanna da parte del tribunale di Genova, per la vicenda dei 49 milioni di rimborsi elettorali indebitamente percepiti nella vecchia gestione, risalente alla segretaria Bossi, fino al 2010.

Una liquidità, quella relativa al 2020 pari a meno di un terzo di quanto chiuso in cassaforte del nuovo partito salviniano, Lega per Salvini premier' (1.603.871,34). Cala la quota garantita dal 2xmille, che si ferma a 646.463,77 euro, arrivati da circa 57mila contribuenti, in ribasso rispetto al 2019. E ancora: spese del partito legate ai sei dipendenti sono pari a quasi 275,5mila euro, soldi investiti per i 6 dipendenti (4 di secondo livello, e due di terzo).

Si attestano a 1.674.925,27 euro i proventi del partito, con un leggero incremento rispetto ai 1.414mila del 2019. Nelle casse del vecchio partito sono finiti 824.699,22, frutto di donazioni liberali, in gran parte da eletti del partito (al partito di Salvini, la Lega per Salvini premier, su questa voce si registra una cifra pari a quasi 5,7 milioni di euro).

Tra i contribuenti della vecchia Lega spiccano il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli e il numero due del partito Giancarlo Giorgetti, che sono sopra i 30 mila euro (33mila il primo, 32,5 il secondo). Molti gli europarlamentari presenti in lista, come il presidente del gruppo europeo Identità e Democrazia, Marco Zanni (19mila euro).

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