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Milano, Albertini: "Non potevo candidarmi, era un calderone"

07 maggio 2021 | 08.42
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L'ex sindaco spiega i motivi del suo ritiro dalla corsa alle prossime elezioni

Foto Fotogramma
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"Era ridicolo che finisse tutto in un calderone. Prendiamo il caso di Bertolaso. Uno cui, con la sua storia, già l'altra volta avevano tirato un bidone a Roma. È chiaro che davanti a una situazione come questa uno dice: trovatene un altro. Io mi sono chiamato fuori dalle scelte e non voglio influenzare le decisioni in questo momento. Quando ci sarà il candidato deciderò. E se me lo chiederanno, non escludo la possibilità di presentare una lista". Così, in un'intervista a 'la Repubblica', l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, commenta il suo ritiro dalla corsa a sindaco per le prossime amministrative.

Albertini non esclude di accettare il ruolo di consigliere comunale. "Non lo escludo, oggi non ho altri incarichi - sottolinea -. Dico solo: parliamone. Nel caso è ovvio che farei il consigliere comunale. Altrimenti sarebbe come dire: armatevi e partite. Mi dicono che la mia lista potrebbe valere il 5% solo con il nome". Votare per Sala? "È una ipotesi fuori discussione - ammette Albertini -. Solo se, per assurdo, il centrodestra proponesse un candidato inconcepibile". Parlando poi con il 'Corriere della sera', Albertini torna sulle ragioni del suo no e di aver chiesto a Matteo Salvini di capire quale fosse la posizione di Berlusconi.

"Non lo avevo più sentito da quella volta in cui mi aveva offerto il massimo che un leader può offrire a un suo adepto: il ministero che volevo e un posto sicuro al Senato - spiega Albertini - in cambio di rinunciare alla mia candidatura alla presidenza della Lombardia con Scelta civica dopo che era stato siglato l'accordo con la Lega che prevedeva la candidatura di Maroni e il premio di maggioranza al Senato. Sarebbe stato conveniente accettare, ma ho fatto una scelta di lealtà verso Monti. Berlusconi si è giustamente risentito e ha pensato a un tradimento".

E aggiunge: "Mi era stato riferito che avrebbe preferito Maurizio Lupi e che lo avrebbe sostenuto anche economicamente per la sua campagna elettorale. Mi ha assicurato che la frase non è mai stata pronunciata. La freddezza era riferita alla frase che mi hanno riportato, non a quello che ho colto nella conversazione con lui. Poi mi permetta una metafora da amante della Formula 1: se a Colin Chapman stava antipatico Jochen Rindt che però faceva i tempi migliori e diventava campione del mondo, la macchina gliela si dava lo stesso".

Margini per un ripensamento, tuttavia, non ce ne sono. "Non credo proprio - afferma -. Quando mia moglie Giovanna ha capito che gli attestati di stima, gli sms di sostegno, le telefonate di due ex presidenti del Senato, di un presidente della Camera, di un cardinale, di un generale a quattro stelle e persino di Tremonti, mi stavano facendo perdere la testa, è intervenuta e mi ha impedito di finire nel baratro. 'Non ti sognare neanche lontanamente di fare quella vita lì, questi sono gli anni della nostra serenità'. Non so chi potrebbe convincere mia moglie. Forse se ci fossero ancora Montanelli e il Cardinal Martini, ma non credo".

Quanto al sindaco Sala, che Albertini avrebbe chiamato come vicesindaco se fosse stato eletto, lo stesso primo cittadino milanese ha risposto con una battuta, dicendo che farà di tutto per convincere Albertini a votarlo. "Mi rammarico che Sala abbia banalizzato la mia proposta rifugiandosi in una battuta ridicola che non mi ha fatto assolutamente ridere perché l'argomento è terribilmente serio - sottolinea Albertini. È la 'sfida del vincitore per la concordia'. Ripropongo la sfida e invito il sindaco a rispondermi. Se Sala fosse riconfermato si sentirebbe autorizzato a fare scelte così gigantesche come investire i 20 miliardi del Pnrr senza coinvolgere l'altra metà di Milano? Sei capace di farlo? I tuoi partiti non vogliono e tu hai la forza per opporti? Sei legato alla sedia? Sei capace di metterla in gioco per fare una scelta giusta e necessaria per tutta la cittadinanza?". Quindi parlando di Salvini conclude: "Se ci fosse un candidato credibile sono pronto ad aiutarlo sempre che mi venga richiesto. Anche con una lista".

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