Gelo dai big di Area popolare ma Quagliariello avverte Renzi: ''Apriamo una riflessione a partire dall'Italicum''
Il giorno dopo il 5-2 alla regionali, scoppia un nuovo caso De Girolamo in casa Ncd. L'ex capogruppo di Area Popolare a Montecitorio, da tempo in rotta di collisione con Angelino Alfano, prende spunto dalla vittoria di Giovanni Toti in Liguria grazie all'alleanza con Fi e Lega, per invitare il Nuovo centrodestra a lasciare il governo Renzi. ''Il modello Liguria è risultato vincente ed è la dimostrazione che serve un centrodestra unito, è finita la nostra missione in un governo ormai privo di spinta propulsiva", avverte Nunzia De Girolamo, forte dell'8,31% ottenuto in provincia di Benevento, miglior risultato del suo partito a livello nazionale.
Pronta la reazione dei big di Ncd, che gelano De Girolamo. Beatrice Lorenzin attacca: "Nel Ncd ci sono persone che non sono mai uscite da Forza Italia" e "quotidianamente destabilizzano il partito". E' ora "che prendano la loro strada se non vogliono più stare con noi in maggioranza". Il ministro della Salute non ha dubbi: ''Per capitalizzare il nostro determinante contributo alle riforme, non si può uscire dal governo". Sulla stessa linea Dorina Bianchi, vicepresidente dei deputati di Ap: "Il disfattismo espresso dalla collega De Girolamo è incomprensibile e comunque non condivisibile. Basta un'analisi attenta dei risultati".
Anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, è d'accordo: "E' il momento della responsabilità. La situazione del paese non ci permette di fermare l'azione del governo, che bisogna continuare a sostenere nel bene dell'Italia''. In controtendenza Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, che chiede di aprire un confronto sul punto: ''L'Italicum presuppone l'esistanza di due schieramenti: o la legge elettorale cambia e si dà la possibilità di formare una coalizione o dovremo aprire una riflessione" rispetto all'esecutivo. "Nei prossimi giorni -annuncia- apriremo una discussione al nostro interno e un'interlocuzione con le forze di governo, innanzitutto sulla legge elettorale".
