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Nuovo Dpcm, Conte: "Non diamo schiaffi, fermiamo treno in corsa o travolti"

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06 novembre 2020 | 11.09
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Oggi, con le misure del nuovo Dpcm entrate in vigore, "non è una giornata felice, in particolare per molte aree del Paese ci sono cittadini costretti a un regime più restrittivo e penalizzante", con "misure che limitano la circolazione, rischiano di deprimere tanti ristoratori, tanti operatori economici, pensiamo anche all'indotto". Ma il governo ha adottato dei "riduttori di velocità, abbiamo un treno che sta correndo e abbiamo già cercato di fermare", ma ora "se non fermiamo rischia di travolgerci. Noi non stiamo dando schiaffi a nessuno" e "non c'è la deliberata volontà di penalizzare zone a scapito di altre". Così il premier Giuseppe Conte, al food festival del Corriere della Sera.

"Se riusciamo a intervenire riusciremo ad affrontare le settimane che verranno con un margine di serenità - dice il presidente del Consiglio - Non ho mai detto che faremo veglie e cenoni, ma se riusciamo a contenere la curva dei contagi possiamo far ripartire i consumi sotto Natale e sarebbe utile per tutti".

"Altri Paesi in Europa sono andati in lockdown, noi abbiamo un sistema monitoraggio da 6 mesi, condiviso anche dalle Regioni, che ci mette nella condizione di dosare le misure - spiega - E' chiaro che un ristoratore non è contento di dover chiudere o anticipare la chiusura alle 18, parlo allo chef Bottura che ci ascolta, trovarsi con una chiusura è molto penalizzante" e la possibilità di fare asporto e consegna a domicilio "sono dei palliativi. C'è una vulgata secondo cui addirittura il governo non avrebbe fatto nulla per fermare la pandemia. Noi abbiamo investito miliardi nelle scuole, nei trasporti, a luglio abbiamo prorogato lo stato di emergenza, abbiamo imposto protocolli anche in spiaggia, ma l'ondata è arrivata lo stesso. Adesso dobbiamo adottare misure diversamente graduate, ma con il rispetto delle regole ne usciremo".

I ristoratori, ma anche tutte le altre categorie colpite, "vivono in modo non meno oppressivo le misure decise e lo capisco perfettamente. Io però mi sono assicurato che contemporaneamente" ai due ultimi Dpcm varati "si lavorasse per trovare le risorse da mettere sul tavolo, oggi entrano le nuove misure e oggi entriamo in Cdm con il dl ristori bis. Ci siamo accorti che i ristori erano modesti e li abbiamo moltiplicati - evidenzia - Chi li ha già ricevuti li può raddoppiare fino al 200%. Ci siamo affidati a un meccanismo" gestito dall'"Agenzia delle entrate per agire nel modo più rapido possibile" e "in un paio settimane accreditare le somme. Serve liquidità, ce ne rendiamo conto".

Il presidente del Consiglio annuncia che, nel decreto che entrerà in Cdm oggi, "abbiamo creato un fondo con delle risorse" per garantire "stanziamenti immediati" se dovessero esserci "variazioni da una fascia all'altra, tra zone gialle, arancioni e rosse".

Dialogando con lo chef stellato Massimo Bottura il premier dice che "sono richiesti dei sacrifici ora ma con gli indennizzi e i ristori cerchiamo di creare una cintura di protezione da parte dello Stato per stringere i denti e affrontare con fiducia questa fase" per recuperare "maggiore serenità. Capisco che questo non allevia la sofferenza, il disagio, anche psicologico, però dobbiamo guardarci negli occhi, chef Bottura, e dirci: se il treno sta correndo possiamo tenere aperte attività che stimolano la socialità e portano ad assembrarsi?".

Rispondendo a Bottura, Conte parla anche dell'Iva. "Sull'Iva le sono franco: già nella precedente legge di bilancio io stesso avevo proposto una rimodulazione - spiega - Attenzione però, portarla al 4% costa molti mld, quindi un intervento così secco lo vedo complicato, perciò non può essere messo subito sul piatto. Vedo però una riformulazione dell'Iva nell'ambito di una riforma del fisco più ampia". "Oggi una riduzione così secca non è possibile, ogni punto di Iva in meno costa svariati e svariati miliardi - va avanti Conte - e non abbiamo tutti questi mld da porre sul tavolo".

Sospendere a dicembre il versamento degli acconti 2021? "Valutiamo con il Mef, si tratta di soldi importanti e dobbiamo entrare nell'ottica che lo Stato è un'azienda, che riceve entrate e quando genera flussi di casse può generare uscite, non tiene i soldi per sé. Noi abbiamo fatto uno scostamento di bilancio di 20 mld, siamo andati in deficit proprio per sostenere" le misure per fronteggiare il Covid, ma "differire tutti i flussi di cassa significa anche compromettere i flussi in uscita. Adesso dateci il tempo per vedere cosa possiamo fare, stiamo facendo tutto il possibile e continueremo a farlo".

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