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Sicilia: presidente Ars, troppi soloni usano la doppia morale

Il Presidente Ars Giovanni Ardizzone
Il Presidente Ars Giovanni Ardizzone
11 dicembre 2015 | 11.47
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"In tanti, probabilmente in troppi, sono convinti che esista una specie di doppia morale: una pubblica e condivisa di cui vale la pena ammantarsi nel pubblico consesso ma che stranamente scompare appena si valica la dimensione personale, spesso legata agli interessi, dove comincia a valere un relativismo morale fatto di deroghe e generalmente assolutorio che sovente si traduce in una scandalosa e incomprensibile amoralità". E' la denuncia del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, durante la consegna delle borse di studio 'Falcone e Borsellino' a Palazzo dei Normanni.

"Questi personaggi dalla doppia morale che, dunque, in ultima analisi sono immorali sono generalmente condannati da tutti noi eppure hanno avuto il tempo e il modo di arrivare in cima, di occupare dei ruoli chiave nella società non solo per le funzioni ma anche per determinare modelli sociali - denuncia Ardizzone - E allora forse è arrivato il momento di dirci con franchezza che non facciamo abbastanza per riconoscere il merito, che ciascuno di noi ha fatto un fatale passo indietro nell'assunzione di responsabilità sociali. Se oggi abbondano i cattivi maestri è anche un po’ colpa nostra".

"Ecco perché l’augurio migliore che credo di potervi fare è quello di non andare a ingrossare le fila dei cattivi maestri - dice ai giovani vincitori delle borse di studio - I cattivi maestri non sono solo coloro che si ammantano di prediche bellissime ma razzolano malissimo, ma anche quelli che per sfogare i propri fastidi verso alcuni loro colleghi o avversari, per avere il loro piccolo tornaconto esaltano ogni scorrettezza possibile. Soloni ipercritici che in realtà sono solidi corresponsabili della dilagata inclinazione a violare le regole, comportarsi male, non rispettare norme ed istituzioni. I temi che avete toccato nei vostri progetti di ricerca sono di strettissima attualità e in questa scelta di rimanere ancorati alle problematiche più scottanti io leggo una volontà ferma di non rinchiudersi in un paludato esercizio accademico o peggio in autoreferenziali speculazioni intellettuali ma di provare a dare un contributo, di sentirsi responsabili nel senso etimologico del termine, cioè chiamati a dare una risposta".

'Oggi c'è un disperato bisogno di uomini e donne che testimonino valori alti'

"Paolo VI, un grande Papa troppo poco conosciuto, ebbe a dire che “l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”. Io credo che sia straordinariamente vero: oggi che abbiamo perso maestri credibili c’è un disperato bisogno di uomini e donne che a partire dalla loro quotidianità testimonino in tutti i campi della società un patrimonio valoriale diverso e alto - dice ancora Giovanni Ardizzone - Chi di voi ha fatto studi umanistici certamente sa che in greco la parola testimone è martys. Il testimone è allora un martire cioè qualcuno che è pronto a professare la propria fede fino all’effusione del sangue. Non vi sembri allora un caso se oggi vi vengono consegnate delle borse di studio intitolate a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Loro sono stati certamente maestri anche se non hanno mai cercato cattedre e pulpiti e la loro lezione più importante è stata la loro testimonianza di vita che senza paura di esagerare possiamo definire martirio".

"Io credo che ciascuno di voi nel suo piccolo sia chiamato ad emulare questi modelli, a farsi testimone di un modo nuovo di vivere la sfera pubblica. E per farlo bisogna avere la stessa lucida consapevolezza di Giovanni Falcone a cui vi affido una sua illuminante osservazione: “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando c’è da rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare” - conclude Ardizzone - Ed allora ragazzi io vi dico sull’esempio di Falcone rimbocchiamoci le maniche e cambiamo la nostra Terra perché la Sicilia, a qualunque costo, merita di essere amata".

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