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Spataro: "Se necessario, in piazza per pm Agrigento"

20 maggio 2019 | 11.35
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Albamonte: "Denunciare i magistrati? Non alzare i toni, si rischia intimidazione"

(Afp)
(Afp)

Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo”. E’ l’invito con cui si conclude il messaggio che l’ex procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ha inviato ieri ai pm di Agrigento a seguito della firma del decreto di sequestro probatorio della Sea Watch permettendo così ai 47 migranti di scendere a Lampedusa. “Sento il dovere - scrive Spataro - di dirvi che leggendo la decisione della procura di Agrigento mi sono emozionato in maniera forte: il procuratore ed i suoi magistrati, fedeli alla legge, indagano ma tutelano le persone”. “Dovrebbe essere la normalità ma non sempre è così, indipendentemente dai deliri che ci circondano, ignorando le disposizione di legge e la dovuta tutela dei diritti umani. Senza retorica, mi inchino di fronte ai colleghi di Agrigento”, conclude l'ex pm con un invito: “Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo”.

In una nota il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Pasquale Grasso, sottolinea che "nel nostro ordinamento democratico tutte le determinazioni dell'autorità giudiziaria sono motivate e soggette a verifica e controllo nel sistema giurisdizionale, dunque in un ambito che assicura, in osservanza del principio di separazione ed equilibrio tra i poteri dello Stato, il rispetto delle leggi e dei diritti di tutti affidandolo al ministero dei magistrati che incarnano il potere giudiziario". ''Non intendo in alcun modo commentare una vicenda giudiziaria in atto", premette Grasso, precisando di esprimersi in termini "assolutamente generali e astratti, come fatto in ripetute occasioni nel corso di decenni dalla Anm". I magistrati, sottolinea, "nel sistema costituzionale disegnato all'indomani del disastro morale e civile della seconda guerra mondiale, agiscono in nome del popolo italiano non secondo investitura elettorale, ma in forza di una legittimazione tecnica, fortemente voluta e perseguita dai costituenti".

Mentre lancia l'allarme Eugenio Albamonte, pm a Roma, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, interpellato dall'Adnkronos sulle nuove polemiche del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, con i pm di Agrigento dopo la decisione di far sbarcare i migranti a bordo della Sea Watch. "Alcune frasi, come il riferimento a fare denunce, al di là delle intenzioni con cui sono dette, possono assumere addirittura un significato intimidatorio nei confronti di chi sta svolgendo un'attività giudiziaria così delicata" dice Albamonte. "In generale anche se non si intimidisce, l'effetto è di delegittimazione - denuncia - Agli occhi del cittadino che osserva il dibattito, quelle dichiarazioni mettono in discussione terzietà, indipendenza, la serietà dell'azione giudiziaria, quasi la volessero riportare a un contesto di contrapposizione alla quale tutti i magistrati, in qualsiasi ruolo, sono estranei. E' una cosa inaccettabile". "Bisognerebbe che il clima da campagna elettorale, con tutte le sue asperità, lasciasse al riparo l'attività giudiziaria - è l'auspicio di Albamonte - il fatto che ci sia una campagna elettorale non giustifica ulteriori innalzamenti di tensione che riguardino l'attività giudiziaria, soprattutto quando è in corso".

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