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Ucraina-Russia, Lupi: "Serve unità politica, senza giudizio netto facciamo gioco di Putin"

10 aprile 2022 | 16.04
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"Sulla politica estera è il momento della responsabilità e della compattezza"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

"Sulla politica estera e in particolare su questa drammatica vicenda dell'Ucraina è il momento della responsabilità e della compattezza, perché l'unità in Italia delle forze politiche, ma ovviamente di tutta l'Europa, è lo strumento fondamentale per trovare anche una via per l'obiettivo che tutti noi ci poniamo che è quello della tregua e quindi poi quello della pace". Così all'Adnkronos il presidente di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi, ha commentato le tensioni nella maggioranza di governo sulla politica estera.

"Affronteremo giorni difficili, perché le previsioni sono che la Russia si concentrerà anche sul Donbass e sulla conquista militare e quindi credo che in questo caso il giudizio su quello che sta accadendo non può essere che unanime e compatto", ha detto Lupi, sottolineando che "il dialogo non può assolutamente smettere, ma se non si parte da un giudizio chiaro e netto rischiamo di fare il gioco di chi ci vuole spaventare e quindi ovviamente di Putin".

Al di là delle posizioni espresse da alcuni leader della maggioranza, come Salvini e Conte, per il presidente di Noi con l'Italia "alla fine contano gli atti politici e le decisioni parlamentari: il Parlamento è stato unanime e compatto. Tutte le forze politiche hanno sostenuto la linea del governo e in particolare la linea proposta dall'Unione europea, delle sanzioni da una parte e dell'aiuto al popolo ucraino a difendersi dall'altra".

"Credo - ha aggiunto Lupi - che questo sia meno il momento delle polemiche e più quello di trovare e individuare la strada che ci permetta da una parte di sostenere senza se e senza ma l'aggredito, che si chiama Ucraina, sapendo che in gioco non c'è solo il destino dell'Ucraina ma dell'intero mondo, perché se si accetta che un Paese può invaderne un altro senza alcuna conseguenza saltano tutte le regole della convivenza internazionale".

"Non alzerei i toni e non ribalterei la situazione: dobbiamo aiutare l'Ucraina a difendersi, non a vincere la guerra attaccando. Noi non miriamo a una guerra continua, quello a cui miriamo è che la pace avvenga e che Putin possa essere sempre più isolato nel mondo internazionale, quindi è importante il dialogo anche con gli altri attori, come la Cina, perché il mondo non è soltanto l'Occidente", ha detto Lupi.

Il presidente di Noi con l'Italia ha poi commentato il ripetuto appello di Volodymyr Zelensky a imporre un embargo energetico alla Federazione russa: "Zelensky fa il presidente dell'Ucraina ed è giusto che tenga unito un popolo e che richiami tutti a non abbassare la guardia e a non scendere nell'indifferenza dopo cinquanta giorni di guerra, perché nel mondo ci si può abituare a tutto".

"In questo caso - ha aggiunto Lupi - spetta all'Unione europea, che si deve sempre più dimostrare compatta, scegliere le strade migliori, perché a questo appello si possa rispondere, magari riparando rapidamente agli errori del passato", come "l'aver creato una dipendenza energetica dalla Russia e l'aver abbandonato il dialogo con il Nord Africa, lasciandolo alla Turchia e alla Russia".

Alla domanda se l'Italia possa permettersi un effettivo embargo di gas e petrolio russi, il presidente di Noi con l'Italia ha risposto: "Credo che Draghi stia lavorando molto bene perché l'Italia possa rapidamente diventare autonoma e i prossimi viaggi che farà mi sembra che vadano in questa direzione".

"Il presidente Draghi, il ministro Cingolani e tutto il governo si stanno impegnando nella diversificazione delle fonti energetiche", ha aggiunto Lupi, ribadendo però che "è evidente che questa partita non è solo una partita italiana, ma è una partita che l'Europa deve giocare tutta insieme. Da questo punto di vista è chiaro che più siamo divisi, più ognuno cerca di fare solo il proprio interesse, più rischiamo di diventare tutti più deboli nei confronti di chi con l'autocrazia, con l'arroganza del potere delle armi cerca di far paura alle democrazie".

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