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Voto di scambio, la Camera modifica il ddl: pene ribassate

03 aprile 2014 | 21.37
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Voto di scambio, la Camera modifica il ddl: pene ribassate

Roma, 3 apr. (Adnkronos/Ign) - Via libera dell'aula della Camera al ddl sul voto di scambio politico mafioso. L'assemblea di Montecitorio ha dato il via libera con 310 sì e 61 no (il M5S). Il provvedimento è stato modificato e tornerà, quindi, al Senato.

"Il governo si impegna a velocizzare iter del reato scambio elettorale politica mafia per farlo diventare legge prima delle prossime elezioni" assicura il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, in un tweet.

LE REAZIONI - Per la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, "così si fa chiarezza nell'individuare lo scambio tra potere mafioso e potere politico. Il Pd ha lavorato per migliorare il testo, tipizzando il reato in modo da non intaccare né il reato di associazione mafiosa e neanche quello di concorso esterno. Diamo al paese la norma giusta". Protesta il M5S. "Un politico può essere a disposizione della mafia: non è reato. Renzi e Verdini hanno ammazzato il 416 ter - affermano in una nota i membri delle commissioni Giustizia di Camera e Senato e Antimafia del M5S -. Dopo una lunga e dura battaglia il governo delle larghe intese sulla mafia, previo incontro tra capi, ha deciso che lo scambio politico mafioso non deve essere punito. Questo è tutto il punto e non ci resta che appellarci ai cittadini e lanciare il grido d'allarme su quanto sta succedendo". "Denunciamo -aggiungono- questa trattativa, denunciamo lo svuotamento del 416 ter. L'Europa si prepari: per il prossimo semestre di presidenza italiano avranno un padrino a Bruxelles. Ora è chiaro anche cosa si sono detti il Presidente Napolitano e Berlusconi: ieri un caffè, oggi muore il 416 ter".

Difende il ddl Donatella Ferranti, del Pd, presidente della commissione Giustizia alla Camera, che parla di "norma di grande rigore, che permetterà di stroncare qualunque patto tra politica e mafia''. Da questo punto di vista, la riformulazione si limita a rimodulare la pena ed eliminare, ''in quanto criticato per eccessiva indeterminatezza'', l'inciso relativo alla 'disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze' delle associazioni mafiose. ''La norma che adesso stiamo scrivendo -aggiunge Ferranti- rappresenta rispetto all'attuale un salto di qualità enorme perché punisce il politico che accetta voti mafiosi in cambio dell'erogazione o della semplice promessa di erogazione di denaro o altra utilità. Che è esattamente quanto chiesto dalla campagna dei Braccialetti bianchi''. Ferranti, dunque, respinge come ''totalmente infondate e strumentali'' le critiche del movimento 5 stelle: ''nessun depotenziamento o svuotamento del 416 ter: dire che con la nuova formulazione il politico che si mette a disposizione della mafia non sarà colpito è semplicemente una falsità'', conclude l'esponente del Pd.

Soddisfatto anche Claudio Fava, vice presidente della commissione Antimafia ed esponente di Sel. "La norma voluta da Giovanni Falcone, che per ventidue anni é stata conservata nei cassetti del Parlamento, ha ricevuto il voto favorevole della Camera. Adesso, pretendiamo, così come si è impegnata la maggioranza, che al Senato la nuova formulazione del 416 ter passi immediatamente senza alcuna modifica. Ne avremo urgente bisogno -aggiunge Fava - nella campagna elettorale che si apre, come ci insegna la vicenda giudiziaria di Nicola Cosentino".

Francesco Nitto Palma, di Forza Italia, presidente della commissione Giustizia del Senato, esprime soddisfazione per il via libera e la modifica da parte della Camera all'articolo 416-ter del codice penale. "Rilevo che se al Senato la maggioranza, supportata dal Movimento Cinque Stelle, avesse votato gli emendamenti proposti da Forza Italia, tendenti a prevedere una pena diversa da quella dell'associazione mafiosa (come richiesto dalla Commissione Fiandaca e dalla Commissione Garofoli) e ad eliminare dalla fattispecie la disponibilità a soddisfare le esigenze dell'associazione (al fine di evitare ogni confusione con il reato di concorso esterno in associazione mafiosa), il testo votato dalla Camera sarebbe diventato legge. Per il futuro -aggiunge- sarebbe auspicabile, al fine di evitare inutili navette, che la maggioranza si mettesse d'accordo con se stessa e seguisse la stessa linea sia alla Camera che al Senato". Eil deputato di Forza Italia Ignazio Abrignani spiega: "Il testo dell'articolo 416-ter approvato dal Senato ampliava ulteriormente, rispetto a quanto licenziato dalla Camera in prima lettura, l'elenco delle condotte che determinano lo scambio politico-mafioso e innalzava la pena nel minimo e nel massimo". L'esponente azzurro fa quindi notare che il reato si sarebbe realizzato "anche con un procacciamento di voto soltanto promesso, non realmente avvenuto". "Dal punto di vista processuale -aggiunge- avrebbero potuto essere avviate indagini sulla base della sola parola sull'esistenza del patto illecito, senza che in realtà sussistessero prove concrete, attribuendo in tal modo un considerevole potere alla magistratura inquirente. Considerando il rapporto difficile tra politica e magistratura, questo tipo di discrezionalità non sarebbe stato il massimo". "Il rischio, in sostanza -prosegue- era quello che si licenziasse una 'norma manifesto', destinata ad intervenire pesantemente nel contesto politico e nel contesto sociale ma che, invece di contrastare efficacemente le deviazioni nei processi di formazione del consenso, avrebbe potuto rivelarsi uno strumento improprio della lotta politica".

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