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Presbiti a 40 anni ma "sbagliato rassegnarsi agli occhiali da vicino"

27 gennaio 2023 | 12.59
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Il messaggio dell'oculista Buratto ai giovani che iniziano a vedere male anche per l'iper esposizione agli schermi

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il menù del ristorante che diventa a un tratto indecifrabile; il braccio che all'improvviso sembra troppo corto per portare alla distanza giusta un libro, un giornale o il telefonino. Scene di presbiopia che sempre più spesso hanno per protagonisti i quarantenni: "Ciò si deve anche a una maggiore esposizione e a un maggior uso degli schermi di pc, smartphone e tablet", è stato sottolineato a Milano durante un incontro in cui Lucio Buratto, direttore scientifico del Camo (Centro ambrosiano oftalmico), ha voluto lanciare un "messaggio importante per la cittadinanza: oggigiorno non c'è nessuna ragione per rassegnarsi a convivere con la presbiopia" e a inforcare di malavoglia gli occhiali da vicino. "Correggere questo difetto visivo è possibile e può portare a grandi vantaggi al benessere e alla qualità di vita", assicura l'oftalmologo.

La presbiopia viene descritta come "una condizione fisiologica che insorge tra i 40 e i 50 anni, in media intorno ai 40", e che ha tra i sintomi più tipici "la necessità di allontanare con il braccio i fogli stampati per leggere, la stanchezza degli occhi dopo una giornata al computer, il bisogno di avere sempre più luce per vedere bene". Fino a non molti anni fa l'unica soluzione era dotarsi di occhiali da lettura, un segno caratteristico del passaggio dall'età adulta alla vecchiaia. Non a caso, secondo un sondaggio di Euromedia Research presentato all'incontro meneghino, il 75% degli italiani tra i 40 e i 60 anni - 3 su 4 - associa vecchiaia e presbiopia, il 45% viene influenzato psicologicamente dalla sua insorgenza e il 43% ha visto cambiare, o pensa che cambierà, il suo stile di vita in seguito al peggioramento della visione da vicino. Solo il 53% del campione è a conoscenza del fatto che oggi si può correggere la presbiopia in modo permanente attraverso un'operazione.

"Esistono trattamenti tecnologicamente avanzati che permettono di correggere la presbiopia - afferma Buratto - In particolare, tra i 40 e i 50 anni può essere sufficiente un breve trattamento laser. Dopo i 50 è possibile sostituire il cristallino con una lente intraoculare, opzione che non solo corregge la presbiopia, ma evita poi anche l'intervento di cataratta". Il primo beneficio evidenziato "è di ordine psicologico", proprio considerando che "dover inforcare gli occhiali per leggere è percepito come un chiaro segno di invecchiamento. E' particolarmente difficile" per chi non ha dovuto mai portare gli occhiali prima, e il problema è "ancora più serio per le donne che nello stesso periodo potrebbero dover affrontare anche menopausa e secchezza oculare". Il secondo beneficio dell'intervento riguarda il benessere personale: "Proprio perché hanno uno stile di vita dinamico e sportivo, i 'giovani presbiti' non devono rinunciarci. Mentre la necessità di dover mettere e togliere gli occhiali, e il velo di tristezza di chi si sente invecchiare - osserva Buratto - potrebbe portare a uno stile di vita meno attivo".

"Oggi - rimarca il direttore scientifico del Camo - la fascia di età tra i 45 e i 65 anni è infinitamente più attiva rispetto a qualche generazione fa: le persone fanno sport, sono dinamiche, sono molto attente alla prevenzione e alla cura della propria persona. Perché dovrebbero sentirsi vecchie quando non lo sono? Perché rinunciare alla propria autonomia o sentirsi limitati ogni volta che si apre il cellulare o si legge qualcosa? Senza considerare che gli occhiali sono come le stampelle, delle protesi. Quando si lavora, si svolgono le comuni attività personali e familiari, oppure quando si praticano degli sport, è sempre meglio vedere con i propri occhi. Lenti a contatto o occhiali aiutano, certo, ma non equivalgono".

Insomma, "il paradigma è cambiato. La presbiopia non è più sintomo di vecchiaia, irreversibile: è invece un segnale che occorre prendersi cura della propria indipendenza visiva. E poi - aggiunge Buratto - non trascuriamo il vantaggio per l'ambiente: con un solo trattamento, per esempio, si evitano centinaia di lenti a contatto di plastica usa e getta".

Per tutte queste ragioni, il consiglio dell'oculista è chiaro: "Non rassegnatevi alla presbiopia. Una volta le persone non lavoravano così tanto da vicino e la demografia era diversa", mentre "oggi, grazie agli stili di vita e una più attenta alimentazione, uomini e donne tra i 45 e i 65 anni sono ed è giusto che si sentano giovani e attivi. Gli occhialini per leggere il menù sono una cosa che oggi si può evitare. La presbiopia è un difetto che si può correggere e non pensarci più per un bel pezzo".

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