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"La causa sono i migranti", tutte le bufale sulla meningite

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28 dicembre 2016 | 17.00
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Il caso della maestra morta il 26 dicembre scorso presso il Policlinico Gemelli di Roma a causa di una forma di meningite dovuta al batterio escherichia coli ha riportato l'argomento al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica. Il tema è tornato d'attualità anche sui social, dove circola da tempo il pregiudizio che la malattia sia di esclusiva "provenienza africana" e che la sua diffusione sia dovuta all'"immigrazione incontrollata". A smentire questa falsa credenza è Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità.

"Sebbene sia innegabile - spiega Rezza - che in tempo di globalizzazione i germi si muovono con gli uomini", la trasmissione dei batteri non avviene solo tramite i viaggi dei migranti ma potrebbe verificarsi durante qualsiasi trasferta all'estero dei cittadini italiani. Inoltre, aggiunge il professore, "i casi di meningite avvenuti in Toscana sono dovuti al meningococco C che è da sempre presente in Italia e in Europa".

"Nell'ultimo anno - continua Rezza - i casi di meningite da meningococco sono stati circa 190 mentre l'anno precedente si sono registrati 196 casi, per cui si tratta di un andamento stabile". Per quanto riguarda "i casi sia di meningite che di sepsi, circa 1700 nel 2016, si nota invece una leggera diminuzione rispetto all'anno passato". "In Italia non abbiamo un'emergenza meningite - conclude Rezza - l'importante è aumentare la sorveglianza e usare tutti i vaccini a disposizione".


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