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'La donazione è luce'. Otto storie d'amore e di trapianto in mostra a Milano

(Foto Paolo Liaci)
(Foto Paolo Liaci)
04 maggio 2017 | 16.34
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C'è la mamma che dona il rene al suo bimbo nato con una malattia rara. Un'altra, 75 anni, lo regala al figlio di 53 e a lui che la ringrazia risponde "Figurati". Una moglie, infermiera, per darlo al marito con l'addome invaso da cisti si mette a dieta così da raggiungere il peso ideale per il prelievo. Una zia con il suo organo libera il nipote dalla dialisi; un giovane è "contento di dare una mano" - e un rene - al fratello più piccolo, e un padre con il suo gesto d'amore salva il figlio adottivo nefropatico originario dell'Africa. 'La donazione è luce' in queste e nelle altre storie - 8 in tutto - raccontate in 60 scatti d'autore in mostra a Milano, a Palazzo Lombardia, fino al 24 maggio. Le foto, di Paolo Liaci, sono esposte al piano terra del Blocco N3. L'ingresso è libero è gratuito dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18.

"Vivo la fotografia in medicina come una vera e propria missione", dice Liaci, fotografo milanese attivo a livello internazionale. Il suo obiettivo ha catturato i pianti e i sorrisi di pazienti e donatori, ma anche la stanchezza, la felicità e l'impegno quotidiano degli operatori del Policlinico di Milano che giorno e notte partecipano al miracolo di un trapianto. Lo scopo è anche quello di accendere un riflettore sulla donazione di rene da vivente, a volte poco conosciuta, ma più efficace di quella da cadavere e sicura per il donatore. Lo dimostrano i numeri dell'Unità operativa Trapianti di rene dell'Irccs di via Sforza: dal 1969 ha all'attivo oltre 3.400 interventi e più di 420 trapianti da donatore vivente, cifre che mettono il Policlinico nella lista dei principali centri italiani ed esteri.

"Il trapianto renale da vivente - spiega Mariano Ferraresso, direttore Trapianti di rene della Fondazione - è insieme una grande sfida e una grande scommessa. La sfida è prelevare un rene da un donatore sano, restituendolo comunque a una vita normale; la scommessa è trapiantare quel rene il più a lungo possibile nella persona che lo riceve, per rendere indimenticabile e incommensurabile quel gesto d'amore che è la donazione". A oggi in ospedale sono stati valutati 625 potenziali donatori e più del 67% è arrivato all'intervento. La generosità viaggia soprattutto sull'asse genitori-figli (262 casi, il 61%). Tra le combinazioni donatore-ricevente più frequenti, seguono i fratelli di sangue (92 casi, 22%) e i coniugi (59 casi, 14%), anche se non sono rare le operazioni che coinvolgono zii, cugini e genitori adottivi. Più recenti le donazioni tra coppie di amici e quelle 'samaritane', a persone sconosciute.

"Il nostro ospedale è sempre stato in prima linea sul fronte dei trapianti - afferma Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano - Non a caso ospitiamo il Nord Italia Transplant Program (Nitp), il cui lavoro è indispensabile per coordinare tutte le fasi che dal prelievo portano al trapianto, e siamo i capofila sul tema del ricondizionamento d'organi. Già nel 1974 Regione Lombardia ci ha identificato come Centro regionale di riferimento: ora è il momento di fare ancora di più, perché accanto ai grandi professionisti è indispensabile avere la migliore sensibilizzazione possibile. La mostra vuole andare proprio in questa direzione".

"Il trapianto renale da donatore vivente - commenta Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia - oggi rappresenta un'opzione aggiuntiva e non sostitutiva del trapianto da donatore deceduto, anche se i benefici e i vantaggi di questo grande gesto di altruismo sono davvero tanti. Per questo mi auguro che la percentuale dei trapianti di rene da vivente, che nel 2016 ha raggiunto il 13%, possa aumentare in modo importante e sono certo che questa mostra sarà strumento efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica".

L'esposizione è stata resa possibile anche grazie al supporto dell'assessorato regionale al Welfare, dell'Associazione Amici del Croff che dal 1975 sostiene le Unità di Nefrologia e di Trapianto di rene del Policlinico, e al contributo incondizionato di Novartis.

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