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Sanità: l'indagine, oltre 76% veterinari investe in Ecm

10 febbraio 2014 | 17.09
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Sanità: l'indagine, oltre 76% veterinari investe in Ecm

Roma, 10 feb. (Adnkronos Salute) - Nell'ultimo anno, la maggioranza dei medici veterinari - oltre il 76% - ha investito in formazione continua. Nel Nord Est la quota più elevata dei guadagni destinati all'aggiornamento. Nelle Isole il record negativo. E' quanto emerge dall'analisi del Rapporto Italia Eurispes 2014, pubblicata su @nmvi Oggi, lo strumento di informazione veterinaria online dell'Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi).

Al campione di medici veterinari che ha partecipato al sondaggio Fnovi-Eurispes è stato chiesto di indicare quale percentuale dei guadagni nell'ultimo anno è stata reinvestita dalla loro struttura nella formazione e nell'aggiornamento professionale. Il campione, largamente rappresentato da liberi professionisti del settore privato, ha dichiarato di destinare una quota dei guadagni all'aggiornamento. Fa eccezione solo un 14% di medici veterinari che non ha speso nulla e quel 9,3% che non ha risposto alla domanda. Il 52,6% di chi investe in aggiornamento lo fa con "una piccola parte di guadagni", il 24% con una "quota consistente".

Il Nord Est si distingue per la quota più alta di investimenti consistenti in formazione: 27,8%, seguito dai medici veterinari del Centro e del Nord Ovest. In tutte le macro-aree geografiche del Paese prevalgono le risposte relative all'utilizzo di una piccola parte di guadagni. Nelle Isole si registra la quota più alta di intervistati nella cui struttura non è stato fatto nessun investimento (22%, contro il 12,4% del Nord-Ovest e il 12,7% del Nord Est).

I liberi professionisti, la componente più rappresentativa del campione intervistato, affermano più spesso, rispetto ai dipendenti Ssn che nell'ultimo anno una parte consistente dei guadagni è stata dedicata all'aggiornamento professionale (25% contro il 16,3%). Tra i dipendenti del Servizio sanitario nazionale si registra una percentuale più elevata di mancate risposte (19,2% contro 8,1%), "segno forse di una maggiore reticenza sull'argomento", è il commento dell'Eurispes.

L'analisi prende in considerazione anche la condizione occupazionale. Tra i veterinari che operano all'interno delle strutture pubbliche risulta più alta della media la quota di chi non risponde, mentre tra quelli operanti in strutture private sono più numerosi coloro che dichiarano che una parte piccola (53%) o consistente (25%) dei guadagni è stata investita in formazione e aggiornamento professionale.

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