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Danza: a Villa Pamphilj il Balletto di Roma protagonista di 'Intro'

04 ottobre 2019 | 21.18
LETTURA: 3 minuti

I giovani interpreti del Balletto di Roma, protagonisti di 'Intro', lo spettacolo firmato dal coreografo Andrea Costanzo Martini, in scena il 6 ottobre a villa Pamphilij
I giovani interpreti del Balletto di Roma, protagonisti di 'Intro', lo spettacolo firmato dal coreografo Andrea Costanzo Martini, in scena il 6 ottobre a villa Pamphilij

Il 6 ottobre negli spazi al chiuso di villa Pamphilj il Balletto di Roma e Luciano Carratoni presentano 'Intro', azione coreografica per 4 danzatori a cura di Andrea Costanzo Martini con Paolo Barbonaglia, Lorenzo Castelletta, Riccardo Ciarpella, Mateo Mirdita. Si tratta di un'un’azione coreografica nata per quattro giovani danzatori dello storico complesso italiano. Iniziato da un incontro a scatola chiusa, il processo creativo, forzatamente breve, ma straordinariamente intenso, ha portato alla nascita di un lavoro incentrato sulla figura del ballerino. Limiti che diventano risorse, perché nel confine obbligato si riscopre linfa nuova.

'Intro' si muove a partire da un bisogno fondamentale, il desiderio, semplice, di danzare. I quattro interpreti, tutti uomini, occupano il palcoscenico segnando attraverso gesti, voce e ritmo lo spazio ed il tempo. Calmi ma puntuali, mai esitanti. Disegnano con i loro corpi pose statuarie, eseguono sequenze a tratti imprevedibili e a tratti familiari, in una sorta di rito che segue regole chiare, anche se non sempre comprensibili dall’esterno.

Si crea, immediatamente, un cerimoniale ricco di ripetizioni. Più simili a un gioco che a una rigorosa forma di culto, in cui l’animale nascosto all'interno al corpo che danza trova man mano spazio per uscire.

In questo lavoro la ricerca coreografica e quella interpretativa si intrecciano a fondo e si rivelano due facce della stessa medaglia. È la vulnerabilità del danzatore che si espone allo sguardo del pubblico. Il proprio donarsi privo di maschere. Petti sgonfi e sguardi aperti che osservano, corpi che si lasciano guardare così, per quello che sono. Scavando a fondo in questo mondo intimo, dell’essere che esplode ogni oltre apparenza. La violenza si trasforma in forza, l’ambizione in prontezza di riflessi, l’obbedienza in attitudine alla gioia. Come leoni in un atelier di cristalli, i quattro danzatori si muovono con delicatezza, consapevoli della propria potenza, e della responsabilità che ne deriva, completamente dediti ad un dialogo articolato tra coreografia e intenzione, tra forma e sostanza.

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