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Cinema: addio a Lizabeth Scott, regina del noir anni '40

08 febbraio 2015 | 14.33
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Aveva 92 anni, l'annuncio della scomparsa è stato pubblicato dalla stampa americana a funerali avvenuti. Tra gli anni '40 e '50 interpretò personaggi femminili inquieti, disadattati, non conformi agli usuali clichés hollywoodiani

Lizabeth Scott, foto da Wikipedia
Lizabeth Scott, foto da Wikipedia

L'attrice statunitense Lizabeth Scott, conturbante 'femme fatale' di numerosi film noir dell'epoca d'oro di Hollywood, è morta all'ospedale Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles all'età di 92 anni. L'annuncio della scomparsa è stato pubblicato dalla stampa americana a funerali avvenuti. Tra gli anni '40 e '50 Scott interpretò personaggi femminili inquieti, disadattati, non conformi agli usuali clichés hollywoodiani. Fra i suoi film si ricordano "Lo strano amore di Martha Ivers" (1946), "Solo chi cade può risorgere" (1947), "Le vie della città", rifacimento del più famoso, e omonimo, film di Rouben Mamoulian del 1931, girato nel 1948, "La città nera" (1950) e "La gang" (1951).

Nome d'arte di Emma Matzo, di origine slovacca, nata a Scranton (Pennsylvania) il 29 settembre 1922, a partire dalla fine degli anni Quaranta e per tutto il decennio successivo Lizabeth Scott fu .una delle presenze femminili più intense e rappresentative del noir hollywoodiano

Affascinante ma volutamente lontana dallo stereotipo della vamp bionda, Scott nella sua breve carriera costellata di successi, ma offuscata da un improvviso allontanamento da Hollywood, arricchì di un sottile senso di sofferenza e di androgine durezze le conturbanti figure femminili interpretate all'apice della fama.

Dopo un fugace tirocinio teatrale in cui lavorò come sostituta di Tallulah Bankhead, Scott fu scritturata dal produttore Hal B. Wallis che le affidò il ruolo principale in "Incontro nei cieli" (1945) di John Farrow, e il pubblico le decretò subito tali consensi che, già al secondo film, fu chiamata a sostenere un difficile confronto con Barbara Stanwyck in un noir di grande impegno produttivo, " Lo strano amore di Marta Ivers" (1946) di Lewis Milestone.

Nel 1947 Scott recitò al fianco di Humphrey Bogart nel film che ne farà un'indimenticabile icona del noir, "Solo chi cade può risorgere" di John Cromwell: nel film interpreta una cantante che uccide un reduce di guerra e muore a sua volta in un incidente.

Dopo aver interpretato una bionda irrequieta in "Furia nel deserto" (1947) di Lewis Allen, accanto a Burt Lancaster, con cui recitò anche in "Le vie della città" (1948), tra gli altri numerosi noir che videro protagonista Scott si ricordano "Tragedia a Santa Monica" (1948), "Il gigante di New York" (1949), "La città nera" (1950), "Volto rubato" (1952), "Morti di paura" (1953). Apparve poi nel western, "La campana ha suonato" (1954) e "Amami teneramente" (1957) con Elvis Presley, che di fatto concluse la sua carriera cinematografica. Nel 1972 i suoi fasti di 'femme fatale' furono celebrati dal noir "Colpiscono senza pietà" di Mike Hodges con Michael Caine.

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