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Danza: creazioni contemporanee e d''autore', fondazioni liriche a una svolta

29 maggio 2016 | 14.39
LETTURA: 7 minuti

IL coreografo e regista Luciano Cannito in sala prove con un gruppo di giovani allievi
IL coreografo e regista Luciano Cannito in sala prove con un gruppo di giovani allievi

Rappresentazioni ridotte, coreografie d''autore', creazioni contemporanee, danzatori in fuga dall'Italia, compagnie che chiudono. La recente protesta dei danzatori della Scala di Milano contro la programmazione di balletto della prossima stagione non è stato un fulmine a ciel sereno. Ha fatto solo riemergere antichi rancori, problematiche sottaciute che ogni anno riemergono con più forza. Situazione complessa, comunque, quella dei corpi di ballo legati alle fondazioni liriche in Italia, non nascondiamolo.

Troppo costosi, ininfluenti. Eppure, sia alla Scala che al Teatro dell'Opera di Roma per esempio, le recite di balletto continuano ad essere sold out. Segno di una rinnovata e mai sconfessata passione da parte del pubblico nei confronti di Tersicore. Merito anche di forze nuove e vitalistiche, come l'arrivo a Roma dell'étoile dell'Opéra di Parigi, Eleonora Abbagnato, che ha 'rispolverato' il complesso, tutti danzatori giovanissimi, ai quali ha affidato (nel recente 'Parc' di Angelin Preljocaj, per esempio) anche ruoli da solista.

Eppure la danza continua ad essere la Cenerentola degli enti lirici. E se i complessi della Scala e dell'Opera di Roma, nonostante tutto resistono eroicamente, con stagioni rispettabilissime, le compagnie del Massimo di Palermo, del San Carlo di Napoli sopravvivono, invece, tra titoli di repertorio conosciutissimi e amati e star internazionali che ritornano in patria dopo un lungo esilio (Giuseppe Picone proporrà una sua versione di 'Schiaccianoci' a Natale al Teatro Massimo), ma anche produzioni e allestimenti di privati.

Carratoni, negli enti lirici manca un vero e proprio management, Scala e Opera di Roma si concentrino su repertorio

E' il caso di Luciano Carratoni, ad del Balletto di Roma in cartellone al Massimo di Palermo e al San Carlo di Napoli con 'Otello' e 'Cinderella' firmati da Fabrizio Monteverde. ''E' una situazione paradossale - ha spiegato Carratoni all'Adnkronos - I privati investono nella danza e poi 'rivendono' alle fondazioni liriche. Orgoglio da parte nostra, ma al contempo testimonianza di una crisi che attanaglia, ormai da anni, gli enti lirici''.

'''Carrozzoni' che spendono molti soldi, che nella danza non vogliono assolutamente rischiare, forse per mancanza di cultura o di management. Non è un problema economico - ha aggiunto - perché i soldi di ci sono, ma un problema di uomini. Il Teatro dell'Opera di Roma, ha un ottimo manager e sovrintendente, Carlo Fuortes. E le cose, infatti, funzionano''.

''Ma se tutto è fermo nei grandi teatri, anche noi privati siamo penalizzati - ha proseguito Carratoni - Nonostante in 14 anni il Balletto di Roma abbia collezionato oltre 600mila spettatori, al suo attivo circa mille rappresentazioni e 8 milioni di euro di incasso ai botteghini. Vorremmo che i grandi enti lirici, come la Scala, fossero per noi dei fari - ha auspicato l'ad del Balletto di Roma - Spesso però si riducono a dei lumicini. Rimango comunque dell'idea che le compagnie degli enti lirici dovrebbero concentrarsi sul repertorio per non far morire la tradizione''.

Cannito, direttori artistici a 'servizio' dell'ente - No a visione 'autoriale'

''Ma senza rinnegare la sperimentazione - ha auspicato ancora l'ad del Balletto di Roma- Se lo fanno le compagnie private, possono ben farlo gli enti lirici'', ha concluso. Non vuole entrare nella polemica della Scala, Luciano Cannito, regista, coreografo, alla guida, in passato della compagnia di balletto del Massimo di Palermo e del San Carlo di Napoli (il suo 'Amarcord' scaligero andò in scena al Metropolitan di New York), oggi alla guida del DCE Danzitalia. Le sue idee sono molto chiare.

''Le compagnie degli enti lirici, a mio avviso dovrebbero mantenere in vita il repertorio classico. Mission imprescindibile e identitaria - ha spiegato all'Adnkronos- Diciamo che il contemporaneo dovrebbe fermarsi al 20% delle rappresentazioni stagionali. Soprattutto per la Scala, teatro dove è nata la danza. I direttori artistici dovrebbero avere una visione che io reputo di 'servizio' nei confronti dell'ente lirico, meno autoriale - ha proseguito Cannito - anche se come coreografo e regista posso capire le necessità di un artista e il suo desiderio di rimettersi in gioco, anche e soprattutto creando'''.

Riguardo, poi, alla politica culturale del nostro Paese (Luciano Cannito si presenta alle Comunali di Roma accanto a Giorgia Meloni), il regista e coreografo romano lancia un appello al ministro della cultura Franceschini: ''In Germania - ha ricordato - ci sono 60 corpi di ballo in perfetta salute accanto ad orchestre e cori. Valore economico e comunitario senza pari. Non deludiamo gli oltre 2milioni di ragazzi che studiano danza. Non togliamo loro motivazioni e passioni''.

Cannito, la danza può trasformarsi in un meraviglioso strumento di crescita, come è avvenuto a Berlino

''Perché la danza, partendo dagli enti lirici, è anche questo. Può trasformarsi in uno strumento meraviglioso di crescita - ha sottolineato Cannito- Come ha recentemente dimostrato la città di Berlino. Non è cresciuta solo grazie alle banche, ma anche ai numerosi creativi che abitano e lavorano nella città''.

Per Micha van Hoecke, coreografo e maestro di origine russa, alla guida per oltre 4 anni della compagnia del Teatro dell'Opera di Roma, fondatore dell'Ensemble, ciò che è accaduto al Teatro alla Scala, tra i danzatori e il neo direttore del ballo Mauro Bigonzetti, dovrebbe essere il pretesto per una seria riflessione. ''La Scala è il teatro di tradizione per eccellenza, uno dei più importanti del mondo - ha dichiarato all'Adnkronos- Trovare un soluzione al più presto è giusto e opportuno. E sono convinto che si troverà''.

''Anche se il problema del ballo è legato ad una indipendenza del settore che, a mio avviso, non esiste e che, al contrario, rafforzerebbe le scelte strategiche del direttore artistico e la stessa compagnia'', ha dichiarato ancora van Hoecke che il 28 giugno, nell'ambito di Ravenna Festival, debutta con uno spettacolo dedicato a 'Edith Piaf'.

Van Hoecke, il ballo dovrebbe avere una sua indipendenza, un 'satellite' con una propria autonomia gestionale

''Ho lavorato per oltre 4 anni al Teatro dell'Opera di Roma - ha ricordato ancora van Hoecke- I problemi non erano solo legati ad un budget, spesso insufficiente da gestire, ma anche al rinnovo di una compagnia. I cui danzatori devono essere in grado di poter fare il repertorio classico, ma anche confrontarsi con la contemporaneità''.

''La mia idea l'ho espressa più volte - ha proseguito - Per dare più forza al ballo, quest'ultimo avrebbe bisogno di una sua indipendenza, anche economica, un 'satellite' che ruoti attorno al teatro con una sua autonomia di gestione e di pensiero''.

Fracci - Menegatti, salviamo i danzatori dei corpi di ballo creando la prima Compagnia nazionale di danza.

Incomprensibile, ma soprattutto lesiva per la storia del nostro Paese la chiusura dei corpi di ballo delle fondazioni liriche. ''Io e mia moglie Carla Fracci non riusciamo a capire- ha dichiarato all'Adnkronos Beppe Menegatti, regista, marito della nostra grande étoile internazionale - Dopo Firenze anche Verona. Queste chiusure sono pura follia. Non capisco perché i corpi di ballo continuino a pagare lo scotto di amministratori e manager che non sono stati all'altezza''. Beppe Menegatti e Carla Fracci sono stati per anni alla guida del corpo di ballo dell'Arena di Verona, per 10 anni al Teatro dlel'Opera di Roma.

''Siamo arrivati, nella capitale, a 85 repliche di balletto, sempre con i botteghini sold out - ha ricordato ancora Menegatti - anche quando abbiamo programmato le 15 produzioni del Ballets Russes di Serge de Diaghilev e un balletto del 1927, quasi sconosciuto in Italia, 'Il papavero rosso'. Segno che la danza è amata nel nostro Paese''. Eppure per il tandem Fracci-Menegatti una soluzione possibile per i corpi di ballo degli enti lirici, ci sarebbe. ''E' un progetto che io e mia moglie stiamo portando avanti da anni - ha anticipato il grande regista - Ne abbiamo parlato con sindaci e ministri, con assessori alla cultura, sovrintendenti''.

''Molte promesse, pochissimi impegni concreti - ha ricordato amareggiato - Vogliamo continuare a sperare che possa finalmente nascere in Italia la prima Compagnia nazionale di Danza, complesso che possa attingere ai migliori elementi 'cresciuti' nei corpi di ballo degli enti lirici per poi portare nel mondo quello che è ormai riconosciuta come una delle eccellenze del nostro made in Italy. Alla base, naturalmente, una solida preparazione classica. Studio e tirocinio imprescindibile - ha concluso Menegatti - per preservare, stile, qualità', la nostra unicità''.

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