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Cannes, la rivoluzione ucraina sbarca sulla Croisette con ’Maidan’

21 maggio 2014 | 17.20
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Il film di Sergei Loznitsa presentato al Festival come Proiezione Speciale. Il regista bielorusso: “Lo scopo era quello di portare lì lo spettatore e fargli provare l’esperienza di 90 giorni di rivoluzione’’. Patty Pravo protagonista con ‘Xenia’ di Panos Koutras

Una scena di ‘Maidan’
Una scena di ‘Maidan’

(Cinematografo.it) - “La voce è libertà. Il silenzio è schiavitù”. Sergei Loznitsa torna a Cannes dopo ‘My Joy’ (2010) e ’In the Fog’ (2012), entrambi presentati in Concorso, con ‘Maidan’, che il Festival ospita come Proiezione Specialedi questa edizione.

Il regista bielorusso ci riporta ai recenti giorni della protesta in Ucraina: a fine 2013 gran parte della popolazione si riunisce in Maidan Nezalezhnosti (Piazza dell’Indipendenza), per gridare il proprio malcontento contro il presidente Janukovych, politicamente filo-russo. A dicembre, dopo la sospensione del governo di un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea, viene inviata la polizia per intimare alla piazza di sgomberare. La situazione degenera definitivamente tra gennaio e febbraio, con violenti scontri, culminati durante la marcia verso il Parlamento: il bilancio alla fine è drammatico, con oltre 100 morti e feriti. Il 22 febbraio Janukovych lascia la presidenza.

Maidan è un enigma per me e ancora tento di risolverlo”, dice Loznitsa, che a dicembre ha raggiunto la piazza per filmare quanto stava accadendo: “Lo scopo era quello di portare lì lo spettatore e fargli in qualche modo provare l’esperienza di 90 giorni di rivoluzione, mettendolo dentro agli eventi, senza alcun commento o voce-over”.

Camera fissa e long take, Loznitsa obbliga lo sguardo a farsi testimone di un avvenimento quasi senza precedenti: anche attraverso la presa diretta di voci, urla e slogan. Un prologo, la celebrazione, la battaglia e un post-scriptum: quattro step introdotti da altrettanti cartelli per definire gli avvenimenti anche dal punto di vista temporale. “

‘Maidan’ non prende le parti di nessuno, semplicemente prende parte alla storia: una marea di persone, unite, in nome di un futuro migliore per il proprio paese. Poi il blackout. I feriti. I morti. I funerali, sempre lì, in piazza, dove tutto era incominciato.

‘La paura’ di Rossellini in versione restaurata - Venerdì sarà proiettata al Festival di Cannes la versione restaurata in digitale di ’La paura’ (1954) di Roberto Rossellini, alla presenza del conservatore della Cineteca Nazionale, Emiliano Morreale, e del direttore della Cineteca di Bologna, Gianluca Farinelli.

Rossellini realizzò due versioni diverse del film, una in tedesco (”Angst”) e una internazionale (”The Fear”); la versione italiana corrisponde a quella internazionale e venne successivamente accorciata e ridistribuita dalla produzione con il titolo ‘Non credo più all’amore’.

Dal negativo di quest’ultima versione ‘corta’ e da un duplicato e un positivo superstiti di quella internazionale si è partiti per la realizzazione di questo restauro digitale ad alta risoluzione che permetterà al grande pubblico di riscoprire in sala uno dei film meno conosciuti di Rossellini, nonché l’ultimo con protagonista Ingrid Bergman.

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