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Musica: Da Salisburgo a Ravenna per Muti estate sotto il segno di 'Aida'

04 agosto 2017 | 16.02
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Il maestro Riccardo Muti dirigerà domenica prossima 'Aida' al Festival di Salisburgo, mentre dal 1 al 14 settembre sarà a Ravenna protagonista  l'Italian Opera Academy
Il maestro Riccardo Muti dirigerà domenica prossima 'Aida' al Festival di Salisburgo, mentre dal 1 al 14 settembre sarà a Ravenna protagonista l'Italian Opera Academy

Dopo l’'Aida' cuore del Festival di Salisburgo di quest’anno (debutto domenica prossima al Grosses Festspielhaus) Riccardo Muti porta il capolavoro di Verdi a Ravenna, perché sia anche il cuore della sua Accademia. Quasi una bottega rinascimentale dove, attraverso un intenso studio, i segreti della costruzione musicale passano dal maestro all’allievo, fino al traguardo dell’interpretazione.

Questo lo spirito dell’Italian Opera Academy, fondata da Riccardo Muti e oggi baricentro di quell’attenzione per la formazione musicale delle nuove generazioni che da sempre è un punto fermo della sua attività. Al Teatro Alighieri, dal 1 al 14 settembre, il percorso si sviluppa dalla presentazione dell’opera al pianoforte fino all’esecuzione finale in forma di concerto, per due settimane ricche di prove di sala, di lettura d’assieme tutte aperte al pubblico, perché l’Accademia è anche una preziosa occasione per tutti gli appassionati. Quella di poter assistere dal vivo alla costruzione di un’opera.

Muti, grazie alla mia Accademia trasmetto ai giovani quello che ho avuto la fortuna di apprendere dai grandi

Per il maestro Muti l'Accademia rappresenta la possibilità di trasmettere agli altri, alle nuove generazioni ''tutto ciò che ho avuto la fortuna di apprendere dall'incontro con grandi cantanti, grandi direttori d'orchestra, grandi solisti - ha dichiarato all'Adnkronos Riccardo Muti - Ho avuto la fortuna da giovanissimo di vedere i massimi interpreti all'opera. I giovani di oggi non hanno avuto la fortuna che abbiamo avuto noi di conoscere la parte finale di un glorioso passato".

Come si insegnano Verdi e l'Opera in Accademia? "Attraverso il pianoforte si spiega cosa è l'interpretazione di un personaggio per poi portarla in orchestra - ha aggiunto il celebre maestro- Esattamente quella che dovrebbe essere la preparazione anche in un teatro di professionisti. Prima uno studio con la compagnia di canto condotto al pianoforte, poi tutto quello che viene stabilito dal punto di vista interpretativo viene riportato in orchestra, dove il giovane direttore dovrà curare l'insieme strumentale secondo un'idea interpretativa e una cura del fraseggio (o della frase musicale).

Ma anche del timbro, del significato da dare a ogni nota e ad ogni frase in modo che la musica e l'orchestra siano sempre al servizio della parola - ha spiegato ancora- Come diceva Verdi, 'Ricordatevi di servire più il poeta del musicista'. Spesso perdiamo tempo solamente ad ascoltare gli effetti vocali piuttosto che la sostanza musicale".

Muti, la scrittura di Verdi è sempre teatro, ricercato, studiato alla perfezione, 'tagliato' nel cristallo'

Ogni podio, ogni prova, ogni concerto rappresentano un’opportunità per Riccardo Muti per condividere i principi di una tradizione che rischia altrimenti di estinguersi. Quella tradizione che si definisce nello studio meticoloso, nella devozione alla pagina musicale, nel rifuggire interpretazioni semplicistiche e che a Muti è giunta, attraverso Antonio Votto, da Arturo Toscanini.

La consapevolezza di quanto, oggi più che mai, sia necessario conservare quella lezione ma soprattutto trasmetterla alle giovani generazioni di musicisti è la pietra di volta che ha sostenuto il progetto della Italian Opera Academy nelle sue prime due edizioni, dedicate a Falstaff nel 2015 e Traviata nel 2016, e che oggi guida l’edizione 2017. Ancora Verdi, naturalmente, con 'Aida'.

''Perché in Verdi - ha spiegato Muti - c’è una scienza nella costruzione delle partiture che è importante conoscere per rendere giustizia ad un autore che era nobile anche quando scriveva cose apparentemente semplici. La scrittura di Verdi è teatro, sempre. Scavato, ricercato, studiato alla perfezione, tornito sui significati profondi della parola, sui silenzio. Il suo teatro è tagliato nel cristallo, basta volerlo e saperlo leggere''.

Muti, 'Aida' partitura raffinata, la cifra dominante è quella dell'intimità

Verdi, dunque, non solo perché Riccardo Muti ne è uno dei massimi interpreti al mondo, ma prima di tutto perché la sua musica offre la migliore occasione per sfatare miti, disfare convenzioni, riscoprire l’opera italiana a dispetto di quella critica e quel pubblico che non hanno saputo riconoscerne la profondità e la ricercatezza, assordati da esecuzioni circensi o accecati da scenografie monumentali. Come quelle che spesso accompagnano 'Aida'.

''Una partitura estremamente raffinata - ha spiegato ancora- dove la cifra dominante è quella dell’intimità, con una sostanza musicale che è una delle più affascinanti e geniali concepite da Verdi''. 'Aida' sarà quindi protagonista al Teatro Alighieri di Ravenna, un' 'Aida' dedicata ai giovani che segue la messa in scena a Salisburgo firmata dall’artista iraniana Shirin Neshat. Ad unirle idealmente la direzione di Riccardo Muti, che il 1 settembre presenterà l’opera al piano (ore 18), aprendo così ufficialmente l’Accademia anche a pubblico e uditori.

A Ravenna l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Dal 2 al 10 settembre le prove al piano, con l’orchestra e con i cantanti. Infine i due concerti finali con un programma di brani dell’opera verdiana. Per il primo sarà Muti stesso a salire sul podio (12 settembre alle 20.30), per il secondo presenterà invece i giovani direttori suoi allievi (14 settembre alle 19). In buca sempre l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, altra importante testimonianza della 'missione' di Muti nel creare opportunità di formazione e crescita per le nuove generazioni.

Centinaia i giovani selezionati, le loro domande sono arrivate dalla Juilliard di New York e dalla Sibelius di Helsinki, dal conservatorio di S. Pietroburgo e dal Royal College of Music di Londra, e ancora dalla Hans Eisler di Berlino, dall’Università della musica e delle arti performative di Vienna, dalla Jacobs dell’Indiana University e molte altre ancora.

Viva testimonianza dell’amore e dell’interesse che l’opera italiana, soprattutto quando è Riccardo Muti a guidarci alla scoperta di questo patrimonio unico, sa suscitare in tutto il mondo. Sul sito www.riccardomuti.com tutte le informazioni per partecipare come uditore, pubblico o sostenitore.

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