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Eurovision 2022, Kalush Orchestra: "In finale faremo bene, per la cultura ucraina minacciata"

12 maggio 2022 | 10.59
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La band che gareggia per l'Ucraina all'Adnkronos: "Vittoria politica? Per noi quest’anno il festival non è una competizione ma un’occasione di resistenza culturale”

Eurovision 2022, Kalush Orchestra:

In finale faremo bene. Abbiamo sentito un fortissimo supporto durante la semifinale di martedì, con il pubblico che cantava la nostra canzone e ci sosteneva con tante bandiere che sventolavano in platea. E siamo molto grati per questo”. La Kalush Orchestra parla così all’Adnkronos dell’approdo alla finale di Eurovision Song Contest 2022, dopo il passaggio del turno nella semifinale di martedì, quando la loro performance tra folk, rap e hip hop è stata accolta al Palaolimpico di Torino da una lunga ovazione e accompagnata dalle bandiere ucraine e della pace che sventolavano numerose in platea.

In gara con il brano ‘Stefania’, scritto dal leader del gruppo Oleh Psiuk per la mamma ma diventato nei giorni della guerra contro l’invasione russa una sorta di inno per la madre patria, la Kalush Orchestra fa fatica ad individuare avversari tra i concorrenti dell’Eurovision. “I nostri avversari sono altrove. Come tutti possiamo vedere, in questo momento la cultura ucraina è minacciata, viene distrutta. E noi siamo qui per dimostrare che la musica e la cultura ucraine sono vivissime, uniche, diverse, che siamo uniti in questo spirito ed abbiamo molto da offrire all’Europa”. Certo, ricevere i voti per passare il turno martedì come quelli per lottare per la vittoria sabato non dispiace ai cinque componenti della band che infatti sui social ringraziano e invitano i loro fan a votare, come tutti gli altri concorrenti: “Siamo grati per ogni voto ricevuto ieri dal pubblico europeo” (all’Eurovision nessun Paese può votare per il proprio candidato, ndr.). E a chi dice che la loro sarebbe una vittoria più che musicale ‘politica’, simbolica, legata al conflitto in atto, i Kalush non negano che per loro l’Eurovision di quest’anno ha un significato che travalica il contest musicale: “Non vediamo l'Eurovision come una competizione in questo momento. Il motivo per cui siamo qui oggi – ribadiscono – è che vogliamo mostrare la nostra cultura, la musica ucraina e fare del nostro meglio per rappresentare il nostro Paese in un momento così difficile per ogni ucraino. Un’occasione di resistenza culturale di cui siamo grati”.

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