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Scola: il truccatore Francesco Freda, insostituibile amico dolce e sensibile

20 gennaio 2016 | 11.07
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Francesco Freda con Marcello Mastrioanni
Francesco Freda con Marcello Mastrioanni

"Mi perdoni, è difficile parlare di un'amicizia così profonda. Posso racchiudere tutto in una dedica, che Ettore mi fece e che conservo ancora: 'Al mago dei miei film migliori'". E' un commossissimo Francesco Freda, il grande truccatore del cinema, a commentare con l'Adnkronos la scomparsa del carissimo amico Ettore Scola.

Freda, 91 anni, è legato da un rapporto di amicizia e collaborazione unico e strettissimo con il grande regista. I due hanno collaborato in quelli che sono stati i maggiori capolavori di Scola, tra gli altri 'Una giornata particolare', 'Brutti sporchi e cattivi', 'La terrazza'. "Il nostro rapporto era fatto di occhiate, sensazioni, sguardi - ricorda Freda- c'era un'intesa che andava oltre le parole. Io 'entravo nel suo gioco', mi adattavo alla sua creatività e questo ci ha permesso di avere una collaborazione per oltre quarant'anni'".

Il grande maestro del trucco ci regala a tal proposito un episodio significativo: "Eravamo sul set di 'Brutti sporchi e cattivi' e io attendevo il personaggio della 'nonna', che mi era stato raccomandato di truccare in modo impeccabile - ricorda- sinché, non vedendo nessuna donna anziana, chiesi ad Ettore quando sarebbe arrivata. Lui allora mi indicò un signore distinto ed elegantissimo, con un blazer blu, che stava attendendo di essere truccato, e mi disse: 'Ma come, non la vedi! Eccola la nonna'!".

Scola aveva idee precise ed era molto esigente, ricorda ancora il truccatore, ma gli lasciava anche carta bianca fidandosi ciecamente di lui. "C'era una grande amicizia, ma sul lavoro, c'era anche una grande professionalità. Così, quando truccai Sophia Loren in 'Una giornata particolare', non volli renderla 'impeccabile' come era solita apparire sulle copertine, ma cercai di rendere la sua naturalezza e la sua prorompente bellezza senza alterare la semplicità dei suoi lineamenti. Ettore e Sophia furono entusiasti del risultato, la collaborazione successiva in tanti anni lo dimostra".

Il più grande riconoscimento del suo lavoro da parte del grande maestro irpino, Freda lo ricorda così: "Mi commossi quando, in un'intervista, lo sentii dire: 'Posso dire che Franco è un autore anche lui'. Fu di una dolcezza incredibile".

Era straordinario -dice Freda- ed è difficile parlare dell'amore, dell'amicizia, non ci sono parole per descrivere i sentimenti. Se devo ricordarlo in qualche modo, comunque, ricordo soprattutto la bellezza dei nostri incontri a prescindere dal lavoro. Fatti di gioco, di battute, di ricordi del passato che ci univano ancora di più. Quando io uscivo da casa sua e avevamo trascorso del tempo insieme, ero più ricco".

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