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Magalli e la condanna per frasi su Adriana Volpe: "Una multa e anche sospesa"

17 dicembre 2021 | 11.33
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Il conduttore all'Adnkronos rivela di valutare la possibilità di fare opposizione: "Vedremo le motivazioni fra 15 giorni"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

"Per ora non c'è niente da dire. E' una multa, ed è anche sospesa". Così Giancarlo Magalli commenta all'Adnkronos la notizia della sua condanna per diffamazione aggravata nei confronti di Adriana Volpe. Il conduttore, come lui stesso ha annunciato in un post su Facebook, è stato condannato ad "una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò)". Magalli rivela poi di valutare la possibilità di fare opposizione. "Vedremo le motivazioni fra 15 giorni", annuncia all'Adnkronos.

"Dato che tra 5…4…3…2…1 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un’intervista in cui io parlavo del Me Too e non la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò)", ha scritto Magalli nel post. "Questo - ironizza il conduttore - prima che dica che sono stato condannato all’ergastolo o a 10 milioni di risarcimento".

La vicenda riguarda un’intervista del 22 novembre 2017, che Magalli rilasciò al settimanale 'Chi' nella quale il conduttore parlò, tra le altre cose, del caso Weinstein, del movimento MeToo e del caso Brizzi. Volpe in seguito all'intervista querelò il conduttore ritenendo che alcune allusioni e riferimenti, seppur non espliciti, la riguardassero direttamente e fossero riferiti a lei e alla sua carriera.

"Per inciso - è l'affondo di Magalli nel suo post - nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l’intervista ed aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) ed il direttore responsabile del giornale che l’aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh…", conclude.

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