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Mahmood e Blanco insieme a Sanremo: "Tutta colpa dei nostri genitori"

30 gennaio 2022 | 08.38
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Alessandro e Riccardo: "il festival piace anche a noi giovani, adrenalina è garantita"

Mahmood e Blanco insieme a Sanremo:

Brividi nati da una nota sbagliata. Un po' per caso, un po' perché "era un periodo che ci mancava il pepe al culo e avevamo bisogno dell'adrenalina che Sanremo notoriamente sa dare". Sono brividi quelli che promettono Alessandro Mahmoud e Riccardo Fabbriconi, rispettivamente Mahmood e Blanco, icone del pubblico più giovane che sposano bellezza e talento, che collezionano dischi di platino e certificano la loro partecipazione al festival italiano con la benedizione di mamma e papà. "E' nato tutto dai nostri genitori - confermano - Avevamo chiuso il brano, stavo tornando a casa e in macchina - spiega Riccardo, classe 2003 - gli ho detto che avevo registrato una canzone con Ale e gliela avrei fatta sentire. Di solito mi dicono che è bella sì, ma stavolta hanno commentato proprio con 'bellissima'. Anzi, mio papà l'ha buttata lì: 'oh, è da Sanremo'. Ho scritto ad Ale imbarazzato, facendogli la proposta. Per una settimana non mi ha risposto, pensavo l'avesse presa male".

Solo che 'Ale', Mahomood, ci stava solo pensando: "Andare a Sanremo è impegnativo, bisogna andare preparati" interviene. Ed è stato così che loro, Covid fatto insieme e ormai "una cosa sola", hanno deciso di buttarsi. "Perché - confermano - i genitori non sbagliano mai". "Andiamo a Sanremo davvero per divertirci. Sono mega felice di suonare con la capienza del 100% ma spero anche - dice Blanco - visto che entrambi abbiamo a breve un tour subito dopo Sanremo, che riapriranno. Per il bene della musica, perché a livello sociale fa tanto: come avviene già in altri paesi, porte aperte con greenpass e tamponi".

E come sono nati i "brividi"? "Nessuno ha cercato nessuno, io ho iniziato a scrivere con Michelangelo, che si è messo al piano a suonare, tra l'altro con una nota sbagliata. Io ero lì per conoscere Ale - racconta Riccardo - Blanco - abbiamo iniziato a cantare a caso ed nato il ritmo e dopo mesi le strofe". "Andiamo a Sanremo semplicemente come due poveri concorrenti che gareggeranno contro Massimo Ranieri, Iva Zanicchi, Gianni Morandi, che sono i boss della musica italiana. Ci piace questa idea di entrare molto molto 'schisci' in questo cast stellare" dicono. Ma guai a darli per favoriti: "chi è favorito non vince mai". Ventinove anni uno, 19 l'altro, si ritroveranno a suonare con i pezzi più grossi della musica italiana e porteranno sul palco la cover de "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli che di anni, la canzone, ne ha 61, più delle loro età messe insieme.

"Il festival giovani-boss è figo in realtà, perché è un assembramento al fine di musica - ironizza Blanco - e poi la canzone che abbiamo scelto è super iconica, sia per me che per Ale ha un significato molto importante. E' stata una delle prime canzoni italiane che quando ho ascoltato mi ha subito riempito. Poi è super italiana, è una hit incredibile". "Diciamo - interviene Mahmood - che fare 'Il cielo in una stanza' per noi è un valore aggiunto al brano che portiamo a Sanremo, stiamo parlando di uno dei capostipiti della musica italiana, per nulla paragonabile a quello che facciamo noi. Eppure c'é un fil rouge che, in modo stranissimo, lega molto il nostro brano a questo pezzo. Gino Paoli parla in modo astratto del cielo, che è libertà immensa, infinita, ed è quello che vogliamo trasmettere su quel palco anche noi: libertà".

"Proprio bella questa cosa del mix - dice Mahomood riferendosi al palco calpestato da giganti e cantanti amati dai giovanissimi - Non c'é una regola a Sanremo, mi sono proprio buttato nella mischia, tipo agli autoscontri. Il festival alla fine è come un burrone, dopo il quale non sai cosa aspettarti. Non so se sarà morbido o meno, noi però vogliamo buttarci. Vedremo poi, è qui l'adrenalina". Lui, che Sanremo lo ha già vinto nel 2019 con "Soldi", promette: "E' sempre un'esperienza diversa e su quel palco con Ricky racconterò cose che mai ho raccontato". E poi, come dice Riccardo, non è vero che Sanremo è "roba per vecchi". "Ho sempre visto il festival come una cosa figa, non si pensi che la gente della mia età non lo guarda: è nazional-popolare e lo conosce chiunque. Conosco tanti miei coetanei che lo guardano e anche quando ho annunciato che sarei andato a Sanremo con Ale mi sono arrivati un sacco di messaggi super positivi. Poi col cast che c'é quest'anno con tanti cantanti anche giovani sarà interessante vedere cosa accadrà".

di Silvia Mancinelli

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