cerca CERCA
Domenica 28 Aprile 2024
Aggiornato: 09:32
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Prima alla Scala 2022, il maestro Chailly e Boris Godunov: cosa c'è da sapere

07 dicembre 2022 | 17.25
LETTURA: 2 minuti

Tra gli ormai numerosi percorsi di cui si compone la più che quarantennale esperienza scaligera del direttore, quello che attraversa il repertorio russo ha un rilievo particolare

Prima alla Scala 2022, il maestro Chailly e Boris Godunov: cosa c'è da sapere

Tra gli ormai numerosi percorsi di cui si compone la più che quarantennale esperienza scaligera del maestro Riccardo Chailly - che oggi dirige 'Boris Godunov', il capolavoro ottocentesco del compositore russo Modest Musorgski, nel nuovo allestimento per la Prima della Scala - quello che attraversa il repertorio russo ha un rilievo particolare.

Dopo il precoce debutto sul podio dei Masnadieri nel 1978, chiamato da Claudio Abbado a sostituire Gianandrea Gavazzeni, nel 1979 Chailly ottiene un caldo successo personale dirigendo The Rake's Progress di Stravinskij al Lirico, cui segue nel 1981 il rompicapo critico e interpretativo rappresentato da La fiera di Soročincy di Musorgskij, risolto brillantemente. Nel 1994 è la volta dell'Angelo di fuoco di Prokofev, un successo che sono in molti a ricordare ancora.

"Nel corso delle prime stagioni della mia direzione musicale - spiega il maestro Chailly - ho ritenuto necessario un impegno esclusivo sul repertorio italiano, con i percorsi dedicati a Giacomo Puccini, alla 'Trilogia giovanile di Giuseppe Verdi e alle opere che hanno avuto alla Scala la loro prima assoluta. Oggi è venuto il momento di dare spazio anche ad altre voci che fanno parte a pieno titolo della storia della Scala".

"Il Boris Godunov di Modest Musorgskij ebbe nel nostro Teatro la sua prima rappresentazione italiana nel 1909 con la direzione di Edoardo Vitale e Fëdor Šaljapin come protagonista, e rimase nelle stagioni successive come presenza costante, in particolare grazie ad Arturo Toscanini che lo diresse per quattro Stagioni tra il 1922 e il 1927, ad Antonio Guarnieri che lo ripropose nel 1935, 1941 e 1946, e quindi, tra gli altri, ad Antonino Votto e Gianandrea Gavazzeni - ricorda Chailly - Nel 1979 Boris Godunov fu la seconda opera non italiana a inaugurare la Stagione il 7 dicembre dopo il Fidelio diretto dal Karl Böhm nel 1974: una scelta di apertura voluta da Claudio Abbado che ne diede un'interpretazione memorabile insieme al regista Yuri Ljubimov. Ero allora assistente di Abbado e ricordo i mesi di prove per realizzare uno spettacolo molto innovativo che fu anche oggetto di critiche ma che è poi rimasto nella storia interpretativa dell'opera oltre che in quella della Scala. Tullio Serafin scriveva che la grandezza del Boris è forse debitrice del cupo realismo con cui Verdi dipinge la vertigine del potere in Macbeth. Presentare le due opere in due Inaugurazioni consecutive assume anche questo significato".

"Questo Boris Godunov, che come ogni 7 dicembre sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura - conclude Chailly - è per me l'imprescindibile punto di arrivo di un percorso nella musica di Musorgskij che ho iniziato da molto giovane dirigendo a Firenze e a Bologna la scena della morte del protagonista con un interprete storico come Boris Christoff insieme ai Canti e danze della morte, e che ha avuto un'importante tappa scaligera durante il Festival Musorgskij del 1981 con La fiera di Soročincy con la regia di Sylvano Bussotti".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza