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Spettacolo: Franceschini, Fus distribuito senza discriminazione geografica

30 aprile 2014 | 17.04
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I criteri di distribuzione del Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo, non vengono messi in atto operando "discriminazioni di carattere geografico, o d'altra natura, privilegiando un'area piuttosto che un'altra". Lo ha detto il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, durante il question time di oggi alla Camera. "Attualmente -ha spiegato Franceschini- i criteri per l'assegnazione dei contributi Fus sono determinati con decreti ministeriali, ma d'intesa con la Conferenza unificata". Si è arrivati a questa procedura "con l'introduzione del nuovo articolo 117 della Costituzione che ha affidato alla competenza legislativa concorrente la promozione e l'organizzazione di attività culturali, fra le quali la Corte costituzionale ha ricompreso lo spettacolo (sentenze numero 255 e 256 del 2004 e 285 del 2005)", ha aggiunto Franceschini.

Più nel dettaglio, ha spiegato il ministro, "l'esigenza di prevedere opportuni strumenti di collaborazione con le autonomie regionali, è stata evidente con la legge 239/2005 che, in linea con quanto richiesto dalla Corte, ha introdotto l'intesa con la Conferenza unificata nella procedura di adozione dei decreti ministeriali previsti dal decreto legge numero 24 del 2003 e ha eliminato la cadenza annuale per l'emanazione di questi ultimi. Così, negli ultimi anni, per lo spettacolo dal vivo hanno continuato a trovare applicazione i decreti ministeriali adottati nel 2007 e marginalmente modificati nel 2010, recanti i criteri di erogazione del Fus". In altri termini, "in forza di tali provvedimenti, tutte le richieste pervenute vengono sottoposte per via informatica al parere delle Regioni, delle quali viene acquisita l'indicazione anche in merito alla ripartizione interna delle risorse tra i sottosettori afferenti al teatro, la musica, la danza e lo spettacolo circense".

"Nessun criterio di ammissibilità -ha detto Franceschini- è in alcun modo penalizzante in tema di appartenenza territoriale. E anzi, va ricordata l'ammissibilità a contributo di soggetti, pubblici e privati, organizzatori di rassegne e festival che, oltre a contribuire alla diffusione della cultura dello spettacolo, la integrano, con valorizzazione reciproca, a siti storici, archeologici e genericamente turistici. Anche le indagini statistiche, facilmente consultabili nelle relazioni annuali al Parlamento sulla utilizzazione del Fondo unico per lo spettacolo, fotografano una realtà geografica dalle molteplici sfaccettature, la cui complessità, tuttavia, non è in alcun modo ascrivibile alla volontà del legislatore o dell'amministratore. Relativamente alla quota del Fus destinata al cinema, la questione va esaminata distinguendo i fondi destinati alla promozione cinematografica da quelli destinati alla produzione". (segue)

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