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Torna Anastasio, dalla rabbia alla poesia in 'Mielemedicina'

22 febbraio 2022 | 20.17
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Il rapper cantautore pubblica il nuovo album, c'è anche Bollani per un pezzo tra jazz e rap. "Ma col titolo il Covid non c'entra"

Torna Anastasio, dalla rabbia alla poesia in 'Mielemedicina'

Dalla rabbia alla poesia. È il percorso che ha portato Anastasio alla creazione del nuovo album 'Mielemedicina', nove brani inediti in uscita il 25 febbraio per Epic/Sony Music. Il rapper di Meta di Sorrento, che si era fatto notare a 'X Factor' nel 2018 e poi al Festival di Sanremo nel 2019 da ospite e nel 2020 in gara, spiega che il titolo del disco nasce da una frase dello scrittore latino Lucrezio: "Quando i medici vogliono dare ai bambini il ripugnante assenzio, ricoprono prima i bordi della coppa con uno strato di miele biondo e zuccherato, e il fanciullo imprevidente, le labbra sedotte dalla dolcezza, inghiotte nello stesso tempo l’amaro infuso e, ingannato ma non vittima, ne riceve forza e salute". Ma chi pensa che la cosa abbia qualche riferimento alla pandemia, al dibattito sui vaccini, è fuori strada. "Non mi piace fare riferimenti all'attualità, non sono un cronista. E sulla pandemia, francamente, non ritenevo di aver molto da dire. Sono vaccinato ma ne ho fino alla nausea di questo dibattito. Il mio disco parla d'altro, di cuori in vendita e miele, per esempio. Mi sentivo pronto a maneggiare il tema dei sentimenti, della dolcezza, della luce oltre l'ombra. Avevo voglia di abbandonare il terreno della rabbia che apparteneva ad una fase più adolescenziale", spiega Anastasio conversando con l'Adnkronos.

"Se proprio volete cercare un concept in quest'album, che è fatto di brani molto diversi tra loro, è il linguaggio. Ho provato a fare un album che facesse comunicare il mondo del rap con quello della poesia e per farlo ho saccheggiato qualche poesia: ad alcune ho rubato lo spirito, ad altre qualche verso, però nessun poeta è stato maltrattato", scherza.

La spinta verso la poesia gliel'ha data un libro di poesie di Massimo Ferretti, 'Allergia': "Me lo ha regalato un altro poeta marchigiano, Davide Nota. Io l'ho letto e ho capito che mi piace la poesia. Mi ha sbloccato la fame di poesia. Da lì ho cominciato a leggere anche altri poeti. Tutto l'album prova ad essere poetico", spiega mentre cita Bukowski e Baudeleire, oltre a Ferretti. "Insomma per fare un nuovo album ho bisogno di essere nuovo io, di aver vissuto abbastanza per poterne scrivere", sottolinea.

L'album si apre con 'E invece' che è anche il nuovo singolo estratto, dopo 'Assurdo', uscito a fine gennaio. 'Assurdo' è un pezzo cantato e qualcuno, quando è uscito, ha parlato di svolta 'indie' di Anastasio: "Boh - replica lui - io so solo che non mi sono tradito. Mi è sempre piaciuto il cantautorato chitarroso e 'Assurdo' non poteva mai essere diversa da come è. L'indie, il rap, la lirica, la trap, le urla e i gargarismi sono strumenti e in quanto tali vanno usati a piacimento, quando servono; chi lo ha detto che con la tromba si fa solo il jazz e col violino solo la classica? Qualcuno si ricorderà che quando mi presentai ad XFactor mi chiesero 'cosa fai?' e io risposi 'tante cose'. Era vero. Tutto il disco è ispirato a questo approccio".

Così 'E Invece' è per certi versi il sequel di 'Rosso di Rabbia' (il singolo che Anastasio ha presentato sul palco di Sanremo nel 2020): "è un pezzo che torna il tema della bomba inesplosa che qui però viene superato. Se in 'Rosso di rabbia' la bomba non esplode e il dinamitardo rimane come un 'fesso', in 'E invece' la faccenda si risolve. "Se nessuno fa davvero sul serio allora facendo sul serio tu non arriverai da nessuna parte", canta Anastasio.

Il tema del linguaggio è invece al centro di 'Babele', brano con ovvi riferimenti biblici. "Oggi ci troviamo in una seconda Babele dove le nostre parole non hanno più alcun significato, sono gusci vuoti, senza valore. Internet e la bulimia di lettura, l’infinito scroll delle immagini, tolgono al linguaggio - che secondo me è una cosa magica - la sua anima e la sua essenza giocosa", racconta Anastasio.

Misticismo e poesia pervadono anche 'Simbolismo'. "È forse il pezzo più difficile da spiegare - racconta Anastasio – dove il tema centrale è la morte di Dio, guardato dagli uomini con ammirazione come si osserva un funambolo (“l’uomo che cammina”) ma al contempo con il desiderio di vederlo cadere per rimpiazzarlo".

Dai toni cupi di 'Simbolismo' si passa voi al vivacissimo 'Tubature', che vede la prima collaborazione di Anastasio con il pianista e compositore Stefano Bollani, un pezzo che mescola al rap tanto jazz, sia nelle parole che nella musica. "Qui le parole vogliono creare un turbine: il tema è quello del mondo, dell’immaginario che è tanto reale quanto il mondo vero".

Poi c'è il brano 'Magari' che si ricollega ad 'Assurdo' e alla tematica della vendita del cuore. "Il testo della canzone – racconta Anastasio - nasce dai versi di Massimo Ferretti e in particolare al suo verso 'perché la carezza se sognata può essere un miracolo azzurro e quella avuta è sola un vento di mano'".

E ancora la poesia, quella di Charles Baudelaire, ispira il brano 'Dea dai due volti' che, spiega Anastasio, "nelle poesie dedicate alla sua musa Jeanne Duval presenta questa donna come un demone salvatore, una donna che ti fa felice ma con il sorriso ti manda all’inferno".

Ne 'L’impero che muore' viene dipinto un mondo passato in disfacimento. "Nel testo – racconta Anastasio – rappresento una città medievale con i suoi elementi classici, un castello, i soldati e il popolo. In questo impero che muore e va verso la rovina il popolo festeggia attorno agli incendi, i ribelli danno l’assalto al castello e l’imperatore, in uno spiazzante fotogramma anacronistico, fugge in elicottero".

A chiudere l'album c'è il pezzo più lungo, che al livello embrionale era nato addirittura prima del 2018: 'L’uomo, il Cosmo', oltre 5 minuti di un pezzo che - spiega Anastasio - "vuole essere un viaggio, inizia con un lento zoom che parte dal big bang, passa per galassie e pianeti per arrivare infine a soffermarsi sui più piccoli particolari di ciò che ci circonda come 'un gelato al puffo', 'un parcheggio', 'una pianta carnivora', 'le allodole libere'…. Penso sia la perfetta chiusura dell’album perché paradossalmente porta con se una grande apertura, il lento zoom-in si trasforma in un concitato zoom-out che alla fine rimane sospeso tra lo spazio e il tempo", sottolinea l'artista, che da aprile porterà sul palco i brani del nuovo album oltre al resto del suo repertorio. Il tour partirà dall'Estragon di Bologna il 6 aprile per toccare poi Firenze, Milano, Torino, Padova, Trento, Napoli e Roma, dove è prevista una doppia data, il 29 e 30 aprile allo Spazio Rossellini. "Non vedo l'ora. Mi sento pronto. Ho voglia di ritrovare il mio pubblico, di prendere il loro applauso e credo che anche chi ama la musica abbia tanta voglia di tornare ai concerti", conclude.

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