Il tecnico dei giallorossi chiede un cambio di marcia alla vigilia della delicata trasferta di Verona: "Se non facciamo una serie di vittorie di fila non serve a niente pensare alla Juve". Poi assolve il ds Sabatini: "Le scelte di mercato sono ottime. Siamo sulla stessa barca e la responsabilità è di tutti, nel bene e nel male"
"Dobbiamo fare di tutto per vincere la prossima gara, perché finché non vinciamo più partite di fila non serve a niente parlare del primo posto". Rudi Garcia congela la parola scudetto, almeno fino a quando la sua Roma non tornerà a correre come ad inizio stagione. I giallorossi sono reduci dal pareggio casalingo contro il Feyenoord in Europa League e domani sono attesi dalla delicata trasferta sul campo del Verona in campionato. La Juventus, intanto, è volata a +10 grazie al successo nell'anticipo contro l'Atalanta.
"Dobbiamo fare di tutto per difendere il secondo posto, a -10 non ha senso parlare di primo", ammette il tecnico dei giallorossi. "Come motivare la squadra in un momento del genere? Pensando alla gara che arriva -risponde Garcia-, c'è solo il fatto di vincere mettendo tutto in campo. La mia motivazione principale è che la squadra non perda fiducia. Quando una squadra non prende rischi per attaccare, non si ha opportunità di vincere".
La parola d'ordine, insomma, è vittoria a tutti i costi. E pazienza se i tre punti non dovessero arrivare grazie al bel gioco, come successo ieri alla Juve: "Quello che so di ieri è che la vittoria è arrivata per la giocata di un campione. Concentriamoci sulle nostre forze, anche noi abbiamo giocatori che possono fare la differenza. Nello spogliatoio non ci sono solo grandi uomini ma anche grandi giocatori che possono risolvere le partite, qualsiasi cosa accada in partita o anche in un momento come il nostro loro devono sapere che possono risolvere la partita collettivamente ma anche singolarmente".
Il tecnico commenta poi le parole del direttore sportivo Walter Sabatini, che si è preso la colpa di alcune scelte di mercato: "La responsabilità di avere una Roma seconda in classifica è di tutti, così come quella di essere usciti da un girone di ferro in Champions. Sul mercato, poi, già mi sono espresso: le scelte sono ottim e, la cosa che non gestiamo e che nemmeno Walter può gestire è il timing", evidenzia l'allenatore francese. "Sapevamo di avere due giocatori in coppa d'Africa, non sapevamo a fine dicembre che uno degli arrivi del mercato avrebbe anche lui giocato e vinto la Coppa d'Africa", dice alludendo a Doumbia.
"Siamo stati penalizzati sul timing anche per quanto riguarda Ibarbo, che è arrivato e dopo due giorni era già infortunato. La responsabilità dei risultati della Roma -ripete- è di tutti. Siamo tutti sulla stessa barca, tutti responsabili di cose buone e anche di quelle meno buone". Dopo gli ultimi risultati negativi sul banco degli imputati è finito anche Garcia, per la prima volta dall'inizio della sua avventura a Roma: "Io -sottolinea- cerco di portare il miglior gioco e i risultati non solo nel breve periodo. Non lavoriamo per vincere uno scudetto ogni trent'anni, ma per essere una squadra che possa lottare ogni anno per il titolo. Il fatto di avere un momento un po' difficile mi sembra ovvio e forse anche normale, vista la storia di quest'anno".
"Ma -aggiunge- siamo molto più forti se i giocatori sentono la fiducia di tutto l'ambiente. Se abbassiamo il livello di fiducia di tutti non andiamo nella giusta strada, non è il giusto atteggiamento". "Mi sento ancora il condottiero della Roma? Non vedo nessun cambio di atteggiamento tra me e la squadra -risponde Garcia-. Ma è più intelligente chiederlo ai giocatori".
