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Calcio: Tavecchio, spero 2015 sia anno riforma campionati

05 gennaio 2015 | 10.58
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Diminuzione del numero di squadre, meno violenza sugli spalti e più spazio per la Nazionale un "bene di tutto il calcio italiano", è l'auspicio per l'anno appena iniziato del numero uno della Figc che sulla prossima stagione che porterà agli Europei aggiunge: "Posso assicurare che finirà il 15 maggio"

Carlo Tavecchio (Infophoto) - INFOPHOTO
Carlo Tavecchio (Infophoto) - INFOPHOTO

"Mi auguro che questo sia l'anno giusto per iniziare la riforma dei campionati. Vorrei che fosse messa al centro del sistema la Federazione che non può stare alla finestra, deve diventare un elemento di riferimento, poi vorrei vedere meno violenza negli stadi". Sono questi gli auspici per il 2015 espressi dal presidente della Figc Carlo Tavecchio ospite ai microfoni di 'Radio anch'io Sport' su Rai Radiouno.

"Il sistema sportivo italiano implode perché le risorse stanno diminuendo. Se si riduce a 18 il numero di squadre in Serie A, la B ipoteticamente a 20, e la Lega Pro smette di fare storture sportive come i ripescaggi: i campionati si vincono sul campo e non a tavolino", prosegue il numero uno della Figc, si può sfruttare il possibile "incremento" per un paio d'anni dei diritti radiotelevisivi a cui affiancare una "riduzione" degli attori in campo. "Ho avuto contatti con Damiano Tommasi (presidente Assocalciatori ndr). Non abbiamo ancora proposto un piano di riforma organico dei campionati, sono in corso delle trattative non di poco conto: prima dobbiamo trovare la quadra tra le leghe".

"Le società sono soggetti privati, senza il loro apporto non si costruisce un sistema sportivo. Però si stanno trasformando sempre più in entità che producono crediti o debiti -prosegue il presidente della Figc. E' inutile iscrivere squadre che a metà campionato si ritirano, parlo delle serie intermedie e inferiori. Servono controlli preventivi".

Alla richiesta di una maggior attenzione per la Nazionale Tavecchio spiega: "Posso assicurare che chiuderemo il prossimo campionato il 15 maggio, ho elementi che mi portano a credere che si chiuderà in quella data. La Nazionale è un bene di tutti, un brand importante per questo Paese, un riferimento per tutti nostri sportivi. Le società che mandano i giocatori in azzurro ne hanno dei benefici, i calciatori vengono rivalutati: la Nazionale non può esser secondaria a nessuno", rimarca Tavecchio aggiungendo: "Nel ranking mondiale siamo undicesimi, non è possibile, dovremmo sempre essere tra i primi cinque, la Nazionale è un bene comune che interessa tutti. E' una filosofia di Paese che va ricostruita".

I primi segnali della riforma che ha portato ad un tetto delle rose a 25 giocatori, di cui almeno 4 cresciuti in Italia e 4 nel vivaio del club, con il libero tesseramento degli Under 21, oltre al fair play finanziario nel sistema delle licenze, Tavecchio aggiunge: "Si vedono i primi risultati positivi sul mercato, mettendo assieme le garanzie e il fair play finanziario le società non possono più andare in rosso".

Sulla spending review nel calcio Tavecchio vede necessario un sacrificio anche da parte dell'Associazione italiana arbitri: "Su un budget di 160 milioni, con un costo di 50, una spending review dell'8% sulla spesa arbitrale secondo noi è fattibile. Se le società di A ritengono opportuno il gol non gol si possono valutare risparmi come 1,5 milioni di euro sugli arbitri di porta, bisogna vedere se il gioco vale la candela. Sono franco con il presidente dell'Aia, non posso non pensare a una revisione che non sia almeno dell'8%, non è una chimera arrivare a recuperare 4 milioni".

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