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Tumori, italiani scoprono molecola che rallenta crescita del mieloma multiplo

09 giugno 2020 | 17.48
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Scoperta una molecola in grado di rallentare la crescita delle cellule del mieloma multiplo. Un risultato 'made in Italy' frutto di uno studio diretto e coordinato dal Dipartimento di medicina molecolare e traslazionale dell’università degli Studi di Brescia. Il gruppo di ricercatori coordinati da Arianna Giacomini e da Roberto Ronca ha infatti individuato il ruolo fondamentale della molecola NSC12 nell’inibire un importante fattore di crescita coinvolto nella crescita e nell’attività metastatica delle cellule tumorali di mieloma multiplo, annuncia l'università bresciana in una nota.

I risultati dello studio, finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e dalla Fondazione Cariplo, sono stati pubblicati su Cancer Research, organo della Associazione americana per la ricerca sul cancro, che dedica a questa ricerca la copertina di giugno. Dopo le leucemie, il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue più frequente spesso incurabile a causa della sua resistenza alle attuali terapie farmacologiche ed alla sua capacità di dare origini a metastasi ossee.

"La ricerca - spiegano Giacomini e Ronca - dimostra la capacità della molecola NSC12 di inibire l’attività del fattore di crescita Fgf, responsabile della crescita e dell’attività metastatica delle cellule di mieloma multiplo, e conseguentemente di indurre il suicidio (apoptosi) delle stesse cellule tumorali, determinando così il rallentamento della crescita del tumore e l’inibizione della sua capacità di originare metastasi in modelli preclinici. I risultati dimostrano che la molecola è in grado di indurre apoptosi in cellule tumorali isolate dal midollo osseo di pazienti affetti da mieloma multiplo che non sono più in grado di rispondere al farmaco bortezomib, comunemente usato nella terapia".

La scoperta "potrebbe quindi permettere l’identificazione di nuovi farmaci in grado di bloccare la crescita del mieloma multiplo anche in quei pazienti che non rispondono o hanno sviluppato resistenza ai trattamenti farmacologici attualmente in uso nella pratica clinica". In pratica i risultati rafforzano l’ipotesi che la molecola, originariamente identificata nello stesso laboratorio di Brescia da Marco Presta docente di Medicina molecolare e traslazionale, possa rappresentare un approccio terapeutico per i pazienti affetti da mieloma multiplo con prognosi severa e stadio avanzato della malattia.

Allo studio hanno collaborato numerosi gruppi di ricerca: il laboratorio Crea degli Spedali Civili di Brescia, diretto da Aldo Roccaro, il laboratorio di Annamaria Cattaneo dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, il laboratorio di Carmelo Carlo Stella presso il Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano e il laboratorio di Marco Mor presso il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’università Degli Studi di Parma.

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