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Viaggio nel microbiota: 'La sfida del fake food'

03 marzo 2023 | 17.28
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E’ su questi argomenti che è fondato il palinsesto di 'Fermenti, il segreto della vita', una nuova rubrica quindicinale curata dall’immunologo Mauro Minelli sotto l’egida della Fondazione per la Medicina Personalizzata

Già Ippocrate, emblematico testimone del passaggio dalla fase ‘magica’ a quella ‘scientifica’ della medicina, intuendo l’importanza dell’equilibrio gastrointestinale e di quelli che, più di 2000 anni dopo, avremmo definito fenomeni di 'disbiosi', affermava che "tutte le malattie hanno origine nell’intestino". D’altro canto, è l’intestino il più grande organo del sistema immunitario ed è abitato da un’immensa massa di microbi che vivono in simbiosi con l’ospite contribuendo fortemente al suo complessivo benessere. E’ su questi argomenti che è fondato il palinsesto di 'Fermenti, il segreto della vita', una nuova rubrica quindicinale curata dall’immunologo Mauro Minelli sotto l’egida della Fondazione per la Medicina Personalizzata ed in collaborazione con AdnKronos Salute, nella quale verranno esplorate le sorprendenti interazioni tra l’organismo umano ed il microbiota intestinal e, anche noto come 'microflora', 'flora microbica' o ‘flora batterica’.

È più che dimostrato che i vari costituenti del microbiota – batteri, virus, funghi – interagiscono continuamente tra loro e con il sistema immunitario dell'uomo attraverso dinamiche complesse che influenzano il mantenimento o la perdita dello stato di salute - spiega Minelli - Non che esistano batteri 'buoni' e batteri 'cattivi' ma, proprio per questo, una visione globale dell’organo microbiota va data, nell’intento primario di riassumere i differenti effetti delle tante possibili combinazioni fra i molteplici componenti di questa massa microbica invisibile eppure imponente. Su di essa tanti sono i fattori ‘esterni’ capaci di influenzarne la composizione che può essere, ad esempio, modulata dall'età, dalla tipologia del parto, dalle modalità dell’allattamento, dall'ambiente, dai viaggi, dai farmaci, dallo stress, dalle abitudini alimentari. E, a proposito di queste ultime, una nuova importante sfida - osserva - va profilandosi per quest’organo silenzioso ma vivace ed operoso chiamato ora a fronteggiare anche l’inedito impatto del cibo 'sintetico', fabbricato artificialmente con tecnologie di laboratorio, clonando cellule staminali originariamente derivate da animali e successivamente riprodotte in provetta".

"E di sintetico, sui mercati americani dove dallo scorso novembre ne è stata autorizzata la vendita, si può, per esempio, trovare il salmone creato da estratti di alghe e proteine vegetali e poi stampato in 3D, ma anche il miele, le uova, il latte, la carne non a caso ribattezzata 'carne di Frankestein' - avverte l'immunologo - Accade così che, dopo il grillo e la locusta (che almeno, però, sono come natura crea), nei mercati alimentari europei si preparino ad entrare anche i 'fake food' ossia i cibi falsi prodotti in laboratorio e nati, nelle originarie intenzioni di chi li ha ideati e generati, per compensare una possibile carenza alimentare che potrebbe, a sua volta, derivare dall’estinzione di specie animali acquatiche e terricole. E c’è anche chi sostiene che la 'fake meat', ossia la ‘carne finta’, potrebbe perfino rappresentare la soluzione ideale per abbattere i gas serra che si producono negli allevamenti intensivi, come se per evitare tali rischi fosse solo questa l’unica soluzione possibile e non invece, per esempio, la creazione di allevamenti rispettosi dei più basici criteri di sostenibilità ambientale".

"Ma, al di là degli aspetti ambientali pure rilevanti, non può sfuggire a chi si occupa di salute il ruolo strategico giocato dall’alimentazione nel ‘modellare’ la flora batterica intestinale che, già soltanto in 24 ore, può significativamente risentire di eventuali variazioni dietetiche - ricorda Minelli - Così come non può sfuggire la capacità del microbiota di modulare il rischio di tante malattie croniche, tra cui le malattie infiammatorie intestinali, l'obesità, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, il cancro. Non è difficile, a questo punto, immaginare come il consumo di cibi inediti per una popolazione microbica umana consolidata da un’evoluzione millenaria, possa produrre insoliti cambiamenti nei generi batterici che abitualmente l’uomo ospita. E non è azzardato supporre che la nuova identità del microbiota possa influire sulle funzioni immunitarie e metaboliche dell’uomo-ospite, con importanti implicazioni per la sua salute".

"Si tratta, ora, di imparare a ritenere cruciali queste acquisizioni scientifiche anche nella pratica medica ordinaria nell’intento di arrivare alla definizione condivisa di precise strategie mirate a contrastare l’insorgenza di malattie diverse e non solo intestinali", conclude.

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