cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 12:09
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Produzione industriale ancora in calo. Squinzi: "L'Italia è ferma"

11 dicembre 2014 | 10.46
LETTURA: 4 minuti

L'Istat certifica un calo dello 0,1% a ottobre e il Centro studi di Confindustria prevede un recupero solo marginale, +0,1%, a novembre. Confcommercio avverte: "rischio stagnazione cronica"

(Infophoto) - INFOPHOTO
(Infophoto) - INFOPHOTO

Produzione industriale ancora in calo. A ottobre fa segnare -0,1% rispetto a settembre, mentre in termini tendenziali è scesa del 3%. Nella media del trimestre agosto-ottobre, segnala l'Istat, la produzione è diminuita dello 0,9% rispetto al trimestre precedente.

Guardando avanti, a novembre, il Centro studi di Confindustria prevede un marginale recupero dell’attività produttiva, +0,1% su ottobre. Per il quarto trimestre 2014, una variazione congiunturale acquisita di -0,6% (-0,5% ereditato dal terzo). Se confermata, questa dinamica, dicono gli economisti di viale dell'Astronomia, "è coerente con un marginale arretramento del Pil anche nei mesi autunnali, in linea con quanto rilevato nel terzo trimestre (-0,1%)".

Questo scenario non può che produrre preoccupazione. "L'Italia è ferma e lo diciamo da un po' e deve ripartire, ma il Jobs Act, che va nella direzione giusta, da solo non basta a far ripartire il paese", avverte il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "Il calo dei consumi e' la ragione principale, comunque vedremo i dati alla fine di Natale. C'è un rallentamento dei consumi anche in Francia e Germania, quindi non e' solo un problema italiano ma anche europeo", spiega il numero uno di Viale dell'Astronomia.

Vede il rischio di un declino irreversibile Confcommercio. Il dato sulla produzione industriale indica "non solo che il sistema economico è ancora in recessione ma, considerata anche la riduzione della fiducia di famiglie e imprese, mostra la concreta possibilità che dalla crisi si passi alla stagnazione cronica, un pericolo che va senz’altro scongiurato per far sì che il 2015 sia finalmente un anno di ripresa".

Se non corretta in novembre-dicembre, avverte Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, l'andamento della produzione "non inciderà tanto sul risultato del Pil conseguibile nel 2014, che dovrebbe comunque attestarsi a -0,4%, quanto sull'abbassamento della base di partenza per il 2015: data l'entità dei numeri della ripresa di cui si sta parlando, un trascinamento sul prossimo anno, anche debolmente negativo, potrebbe cancellare un quarto e più della crescita attesa dai previsori per il 2015".

I sindacati chiamano in causa le mancate risposte alla continua richiesta di una politica industriale più attente. "Sono mesi che chiediamo di mettere al centro delle scelte politiche il tema industriale. Domani parteciperemo allo sciopero generale anche per chiedere sostegno alla ripresa industriale attraverso un'adeguata politica", spiega Rocco Palombella, leader Uilm.

I dati sulla produzione industriale "da una parte, non sono una sorpresa, ce li aspettavamo, dall'altra, segnalano una cosa assai preoccupante e paradossale: nonostante, mai come in questo momento, ci siano condizioni positive per fare investimenti. Un prezzo del petrolio assai basso, tassi di interesse vantaggiosissimi e uno spread che tocca limiti storici, in Italia e in Europa si continua ad investire molto poco", rileva il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza