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Design: accordo in Corea per Luca Boffi, target 1,5 mln euro in tre anni

16 aprile 2015 | 17.25
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Fa design, a tutti gli effetti. Ma in Corea verrà classificato fashion. Il brand Luca Boffi, un anno di vita nemmeno, è talmente crossover tra i due mondi che può essere considerato indifferentemente come appartenente all'uno o all'altro mondo.

Fa design, a tutti gli effetti. Ma in Corea verrà classificato fashion. Il brand Luca Boffi, un anno di vita nemmeno, è talmente crossover tra i due mondi che può essere considerato indifferentemente come appartenente all'uno o all'altro mondo. O, ovviamente, a entrambi contemporaneamente. Una partnership quinquennale che, annuncia l'imprenditore all'Adnkronos, è stata siglata a fine marzo con la High Life, società di Seoul, con sede nel distretto GangNam Gu, che è un po' come dire il quadrilatero della moda a Milano. L'accordo prevede la distribuzione in esclusiva delle collezioni, quanto del format con un t arget minimo di vendite per 1,5 mln di euro in tre anni.

Figlio d'arte, Luca Boffi porta con sè il know how del saper fare brianzolo della famiglia (Boffi appunto) e lo affida a un marchio che si qualifica per la ipercustomizzazione del pezzo, una sorta di sartoria del design. Ogni elemento della collezione, sia esso un divano, un pouf, un mobile, uno specchio, una libreria, può essere anche nei dettagli, definito e modificato. Con prezzi decisamente inferiori a quelli praticati della maison del design "ma con gli stessi fornitori" sottolinea Luca Boffi. Elemento chiave della customizzazione, i tessuti che sono tutti prodotti in esclusiva. Una sorta di marchio di fabbrica che rende riconoscibile il brand. "Il punto di partenza è stato customizzare oggetti di design con i miei pattern, disegni e il mio mondo di colore. Ciò che ha attratto sin dall'inizio è stata anche la possibilità di avere pezzi unici".

Il partner coreano "è stato per 23 anni il più grosso distributore di B&B per tutta l'Asia. Si sono innamorati della mia idea e con loro stiamo facendo anche il build team, realizzare il customizzato il larghissima scala. Ad esempio stiamo realizzando circa 500 postazioni in un building di quattro piani nella Corea del Sud e ci siamo resi conto che possiamo dare questa esclusività anche su larghissima scala".

"I coreani cercavano da due anni un'azienda un po' colorata che facesse moda e design e dunque si differenziasse. E poi con prezzi di lusso accessibile" continua Boffi. "Il mio product mix è talmente variegato che abbraccio una serie di rivenditori più ampia di altri brand che sono maggiormente specializzati". "Dentro di me il progetto iniziale era di sviluppo retail, ovvero aprire negozi Luca Boffi a Londra, New York, Miami... ed è quello che sto facendo. Ma non mi sarei mai aspettato che questa filosofia piacesse sul contract e build team" confessa l'imprenditore, "che è il vero zoccolo duro per un'azienda. Grazie alla mia rete di fornitori in Brianza e nel centro Italia possiamo riuscire a realizzare un pezzo, dieci, cento, mille pezzi".Intanto Luca Boffi inizia a tracciare un bilancio dello spazio milanese "abbiamo aperto nel mese di luglio, ma l'attività vera e propria è partita a ottobre. In tre mesi abbiamo fatturato oltre 200mila euro in 60 metri quadrati". E in occasione della Milano Design Week, la maison presenta nuovi pezzi in collezione, a partire da Daddy, la seduta personalizzabile sia per le dimensioni sia nei rivestimenti che "nasce da un'dea di mio padre (Paolo Boffi, fondatore di Boffi) che non è mai stata realizzata e oggi è stata rieditata dal nostro ufficio stile". O la madia Diana, in mdf spazzolato a mano. O ancora, la libreria in laminato e satin glass del colore che si vuole.

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