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Crisi: Adapt, serve welfare persona basato su logiche sussidiarie

21 ottobre 2015 | 18.06
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Crisi: Adapt, serve welfare persona basato su logiche sussidiarie

"E' necessario un moderno welfare della persona che si basi su logiche sussidiarie e di coresponsabilizzazione del beneficiario, attraverso un accompagnamento lungo tutti i cicli della vita". E' quanto emerge dal Libro verde per il dibattito pubblico 'Lavoro e welfare della persona, realizzato da Adapt e presentato oggi a Roma.

"Il combinato di cambiamenti demografici, ambientali e tecnologici -si legge- impone una revisione del modello di welfare. Un sistema passivo non è più sostenibile né dal punto di vista economico-finanziario né dal punto di vista delle dinamiche dei moderni mercati del lavoro".

"Con un moderno welfare della persona -fa notare- le istituzioni pubbliche offrono sistemi di supporto alle libere iniziative dei cittadini e un aiuto concreto in situazioni di grave difficoltà economiche. L’utopia di risolvere drammi sociali attraverso utilizzi a pioggia di risorse pubbliche, porta a una eterogenesi dei fini che finisce per colpire invece che contribuire al bene comune. Al contrario, è importante riservare risorse a coloro che per malattie invalidanti, ad esempio, non hanno la possibilità di intraprendere un percorso di responsabilità all’interno di un sistema di politiche del lavoro".

"Il Jobs Act introduce invero -rileva- il diritto del lavoratore con una malattia cronica, prima soltanto previsto per i malati oncologici, di richiedere la trasformazione del proprio rapporto di lavoro a tempo pieno in un altro a tempo parziale. I sistemi di welfare dovrebbero abbandonare la loro prospettiva, generalista e passiva di mero sostegno al reddito, e adottare un approccio individualista e volto all’implementazione di politiche attive che consentano la conservazione del posto di lavoro e il ritorno al lavoro dei malati cronici".

"Per costruire una visione unitaria e inclusiva del fenomeno -sostiene Adapt- è fondamentale un coordinamento adeguato tra il diritto del lavoro, i sistemi di welfare e la contrattazione collettiva. Allo stesso modo, la centralità della persona deve essere sprone a superare la dicotomia del rapporto tra pubblico e privato per organizzare un sistema di protezione sociale moderno".

"Il sentiero è d’altra parte tracciato -fa notare- proprio dalla trasformazione dello stato sociale italiano già in atto, che ha portato, negli ultimi anni, allo sviluppo di particolari misure e iniziative, cosiddette di secondo welfare, che si realizzano attraverso l’uso di risorse non pubbliche, bensì provenienti da imprese, fondazioni, associazioni. Più in generale, si rivela cruciale una maggiore attenzione a quelle politiche in grado di sostenere le diverse transizioni occupazionali con interventi personalizzati, che richiedono competenze avanzate degli operatori e dunque anche investimenti, per evitare che le politiche più innovative rimangano sulla carta".

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