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'Aiutare la gente a superare la paura', l'aiuto dei Cavalieri di Malta nelle zone terremotate

08 novembre 2016 | 13.44
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'Aiutare la gente a superare la paura', l'aiuto dei Cavalieri di Malta nelle zone terremotate

La terra continua a tremare. Così come le popolazioni colpite dal sisma che ha messo in ginocchio il Centro Italia. "Si percepisce una grandissima paura trasversale: colpisce tutti, dai più piccoli agli anziani. Si avverte soprattutto una grande insicurezza a riprendere l'attività quotidiana". Così lo psicologo Daniele Barnabè del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta racconta all'AdnKronos come vive la gente colpita dalle terribili scosse di fine ottobre e che cosa si sta facendo per aiutare le persone a superare il trauma della distruzione. Lui lavora insieme alla squadra di volontari del Cisom (Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta), tra cui soccorritori, psicologi e sanitari e da oggi anche quattro operatori del Malteser international, a San Severino Marche (Macerata), tra i paesi più colpiti.

"Lavoreremo sul territorio fino a che ci sarà bisogno di noi. Stiamo approntando vari servizi per far tornare la gente a vivere normalmente – spiega Barnabè, sul campo insieme ad un collega con il quale si alterna per non lasciare mai nessuno solo -. In particolare, il mio lavoro è di aiutare le persone del posto – ci sono tanti anziani, così come bambini - a superare la paura, a riprendere sicurezza affinché si torni alle attività di routine: dal lavoro, allo studio, alla vita familiare di tutti i giorni”. Insomma, normalità.

A San Severino Marche i volontari del Cisom gestiscono una cucina mobile che serve almeno 600 pasti al giorno per terremotati e soccorritori. Ci sono poi coloro che si occupano della logistica e gli operatori incaricati di assistere chi è rimasto senza casa, dell'accoglienza al palazzetto dello sport di viale Mazzini (che ospita all’incirca un centinaio di persone al giorno), di avviare le pratiche per una sistemazione individuata dal Comune (alberghi o altre strutture) al di fuori del paese. Un lavoro ampio in una situazione di emergenza complessa in cui il terremoto continua ad imperversare con lo sciame sismico.

Come si supera la paura? “Quel che spieghiamo innanzitutto alle persone è che il cervello reagisce d’impulso di fronte a un evento imprevisto e destabilizzante: una reazione naturale che purtroppo manda in tilt la sicurezza dell’individuo ma che non ha niente a che fare con il cambiamento della personalità. Questa è una informazione molto importante, perché molti pensano che non si possa tornare ad essere più come prima. Quindi insegniamo loro tecniche di pronto intervento psicologico per evitare che la preoccupazione si trasformi in ansia”, sottolinea Barnabè.

Il lavoro degli psicologi del Cisom è dunque tutto centrato sul sostegno alla gente del posto perché riprenda gradatamente sicurezza nella vita di tutti i giorni. Si insegnano tecniche di rilassamento (“i genitori, per esempio, fanno una doppia fatica perché devono infondere sicurezza ai figli pur essendo loro stessi preoccupati”, spiega); il metodo più opportuno di approccio al bambino per tranquillizzarlo (leggere favole per accompagnare il sonno o cantare canzoni); l’importanza del disegno per i bambini ; riorientare le informazioni da dare ai più piccoli.

“I bambini reagiscono più rapidamente – evidenzia lo psicologo -. Questo perché davanti a sé hanno una prospettiva del futuro e quindi ogni stimolo è per loro fonte di gratificazione. Più difficile è il lavoro con gli adulti che hanno consolidato una vita. Si pensi a un anziano che ha costruito attorno a sé tutta una serie di sicurezze (casa, lavoro, routine familiare) e poi da un momento all'altro c’è il crollo. Più si è grandi, più si pensa che manchi il tempo di ricostruire la vita: un dolore aggiunto per gli anziani che sentono di non potersi più riprendere ciò che hanno perso”.

Le squadre del Cisom sono presenti nelle zone terremotate di Lazio, Umbria e Marche con oltre cento volontari. In particolare a San Severino è giunto anche l’aiuto tedesco. Si tratta di quattro operatori del Malteser international - Michael Fuchs, Isaure d'Arcier, Franziska Salm e Margharita Hailer – che, integrati con i volontari italiani, da oggi sostengono la popolazione terremotata occupandosi dell’attività quotidiana del campo, dalla mensa all'alloggiamento.

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