L'osservatorio sarà aperto alla partecipazione della società civile, che si è schierata contro lo sfruttamento del gas di scisto nel sud del Paese
Sarà un "osservatorio indipendente aperto alla società civile" a seguire la controversa questione dello sfruttamento dello shale gas, o gas di scisto, nel sud dell'Algeria. E' quanto ha annunciato il ministro algerino dell'Energia, Yousef Yousfi, in un'intervista televisiva alla 'Chaine 1'. Questo organo consultivo "potrà dare il suo parere sulle nuove tecniche utilizzate" e "contribuire al lavoro d'informazione che il ministero intende intensificare, per l'avvenire, allo scopo di tranquillizzare la popolazione", ha aggiunto Yousfi.
Dalla fine di dicembre dello scorso anno si assiste ad un'accesa mobilitazione popolare nella località di In Salah, nel profondo sud algerino, dove il governo ha avviato due esplorazioni pilota per lo sfruttamento di questa risorsa energetica. Le manifestazioni sono all'ordine del giorno e la popolazione ha costituito dei comitati per spingere le autorità di Algeri a fare un passo indietro, alla luce dei potenziali danni per l'ambiente e per l'uomo che potrebbe causare l'estrazione di shale gas.
"L'ultima parola sulla questione spetta agli scienziati", ha detto Yousfi, criticando allo stesso tempo le dichiarazioni sulla presunta nocività del gas di scisto, che ha definito delle "fatwa" pronunciate da "chissà chi".
Le porte del dialogo con la società civile "restano aperte", ha precisato il ministro, assicurando che le perforazioni saranno sottoposte a "un controllo rigoroso da parte dello Stato per garantire che non vi siano pericoli per l'ambiente o la salute della popolazione".
Quanto ai due pozzi pilota di In Salah, Yousfi ha detto che le perforazioni "hanno dato risultati molto buoni".
