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Iran: la rivoluzione è virtuale, videogioco racconta la rivolta del 1979

10 novembre 2014 | 15.26
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Iran: la rivoluzione è virtuale, videogioco racconta la rivolta del 1979

Gli eventi della rivoluzione islamica in Iran raccontati in un videogioco. E' il nuovo progetto di Navid Khonsari, game developer di fama mondiale di origini iraniane e residente negli Stati Uniti, che vedrà la luce nella primavera del prossimo anno. "Volevo che la gente potesse percepire la passione e l'euforia di una rivoluzione e sentirsi in grado di cambiare il corso degli eventi", ha spiegato l'ex direttore di Grand Theft Auto presentando il suo lavoro, che sarà intitolato '1979 Revolution'.

Il videogioco è collegato a doppio filo alla vita di Khonsari. L'iraniano, fondatore della Ink Stories a Brooklyn, lasciò il suo paese d'origine con la sua famiglia proprio nella fase più tumultuosa della rivolta guidata dall'ayatollah Ruhollah Khomeini. Troppo rischioso restare a Teheran in quel periodo. Suo padre, infatti, era considerato un "amico dell'Occidente" solo perché guadagnava bene in quanto urologo.

Di quei giorni Khonsari ricorda "i mezzi militari muoversi nelle strade e le impressionanti manifestazioni di massa. Non avevo la percezione dei fatti che stavano accadendo, per un bambino di 10 anni era tutto incredibilmente emozionante", ha dichiarato Khonsari in una recente intervista al The Guardian.

Di quei giorni nell'Iran travolto dalla rivoluzione il game-developer ha memoria, tuttavia, anche di un senso di inquietudine precedente alla partenza e delle insistenti domande dei suoi parenti: "Quando tornate?" e "dove state andando?" erano le più ricorrenti rivolte ai suoi genitori.

La famiglia Khonsari arrivò in Canada il 22 dicembre 1979. Da lì a poche settimane lo Shah sarebbe stato costretto a lasciare il paese e Khomeini avrebbe fatto il suo trionfale ritorno in patria da Parigi. La presa degli ostaggi all'ambasciata americana a Teheran segnò profondamente la vita del giovane Navid, alle prese con l'astio dei suoi compagni di scuola. Ma è la rivoluzione nel suo complesso ad aver lasciato tracce ineludibili nella vita di Khonsari. Il ricordo non lo ha mai abbandonato ed è ciò che lo ha spinto a creare il videogioco.

Khonsari ha deciso di raccontare gli eventi della Teheran 'rivoluzionaria' attraverso gli occhi di Reza, un fotoreporter che viene travolto dagli eventi e che si troverà continuamente a dei bivi che lo porteranno a trasformarsi da osservatore imparziale a eroe della rivoluzione o nemico numero uno, a seconda delle scelte del giocatore.

Il videogioco è molto atteso. Di sicuro non dalle autorità iraniane, che lo hanno già criticato. Alcuni giornali filogovernativi hanno attaccato 'Revolution 1979' accusandolo di propaganda a favore dell'Occidente. Khonsari ha usato nuove tecnologie e una commistione di stili, sfruttando anche la collaborazione con la moglie, Vassiliki Khonsari, regista con un background da documentarista.

I coniugi Khonsari hanno coniato il termine 'Giochi Verità' per descrivere '1979 Revolution' e i loro futuri progetti, che potrebbero dare vita a un nuovo genere. E' un modo di raccontare una storia in cui si combina la tecnologia di un videogioco con gli elementi del documentario. In '1979 Revolution' ad esempio, le fasi di gioco sono intervallate da scene dell'epoca e dagli audio originali di Khomeini.

Ma da un videogioco possano emergere tutte le complessità di una rivoluzione? Per Khonsari senza dubbio sì perché ogni evento raccontato è definito "con precisione" grazie a interviste a persone che hanno vissuto in prima persona quegli eventi e all'aiuto di storici ed esperti come Karim Sadjapour del think tank Carnegie Endowment. I motivi di questo lavoro storiografico li spiega senza troppi giri di parole: "Vogliamo solo essere in grado di mettere a tacere i critici".

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