cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 17:51
10 ultim'ora BREAKING NEWS

La Chiesa raccomanda ai preti omelie brevi e attraenti ma non spettacolari

10 febbraio 2015 | 12.33
LETTURA: 4 minuti

Nuovo 'direttorio omiletico', una sorta di manuale dell'omelia doc preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con il benestare di Papa Francesco affinché la predica in chiesa non sia più fatta improvvisando

La Chiesa raccomanda ai preti omelie brevi e attraenti ma non spettacolari

Dal pulpito, bando ai tecnicismi. Le omelie ricorrano ad "immagini attraenti", restituendo al fedele "un'immagine il più possibile legata alla propria vita". E' quanto raccomanda il nuovo 'direttorio omiletico', una sorta di manuale dell'omelia doc preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con il benestare del Pontefice affinché la predica in chiesa non sia più fatta improvvisando.

"Papa Francesco - si ricorda nel direttorio presentato oggi in Vaticano - mette in guardia i predicatori dall'uso di un linguaggio teologico specialistico che non è famigliare agli uditori". Il cardinale Roberth Sarah, prefetto della Congregazione, ricorda che "per numerosi fedeli è proprio il momento dell'omelia, sentita come bella o brutta, interessante oppure noiosa, a decidere la bontà o meno dell'intera celebrazione".

Niente spettacolarizzazioni dal pulpito, raccomanda mons. Arthur Roche, segretario della Congregazione, ricordando l'esortazione del Pontefice nella 'Evangelii gaudium': "l'omelia non può essere uno spettacolo. Sarà un buon omileta chi, attraverso la predicazione, sarà capace di guidare a gustare ciò che esce dalla bocca di Dio, aprire i cuori al rendimento di grazie a Dio, alimentare la fede in quanto lo Spirito opera per noi, preparare a una fruttuosa comunione sacramentale con Cristo, esortando a vivere quanto ricevuto nel sacramento". Le omelie, "croce e delizia" di ogni prete, per dirla con padre Ciro Benedettini, vice direttore della Sala stampa vaticana: "spesso croce più che delizia. L'importante è che non facciano addormentare i fedeli".

A questo proposito nel direttorio si fa notare che, anche se un sacerdote non è un abile oratore, non significa di per sé che non possa diventare un bravo omileta. "E' vero che alcuni, per capacità e formazione, sono pubblici oratori più efficaci di altri. La consapevolezza del proprio limite, al riguardo, può essere superata ricordando che Mosè soffriva di una difficoltà di linguaggio, Geremia si considerava troppo giovane per predicare e Paolo, per sua ammissione, sperimentava tremore e trepidazione". L'essenziale, spiega il direttorio, è che "l'omileta ponga la parola di Dio al centro della propria vita spirituale, conosca bene il suo popolo, rifletta sugli avvenimenti del suo tempo, cerchi incessantemente di sviluppare quelle capacità che lo aiutino a pregare in maniera appropriata".

Padre Corrado Maggioni, sotto segretario del dicastero, ha ricordato che le omelie si differenziano a seconda della celebrazione. E così nella messa feriale, si raccomanda una omelia "breve in maniera tale che quanti hanno responsabilità familiari e di lavoro possano avere l'opportunità di partecipare regolarmente alla messa". Più complessa l'omelia che il prete deve preparare in occasione della celebrazione di un matrimonio. "Presenta due sfide - evidenzia il direttorio -. La prima attiene al fatto che oggi, persino per molti cristiani, il matrimonio non è visto come una vocazione. La seconda sfida riguarda i presenti alla celebrazione, tra i quali si trovano spesso anche non cristiani e non cattolici".

Da qui la necessità di una formazione per i preti che devono essere preparati "con grande cura". Quanto all'omelia nei funerali, il direttorio esorta l'omileta ad avere "particolare interesse anche per coloro che in occasione dei funerali assistono alla celebrazione liturgica, siano essi acattolici o anche cattolici che quasi mai partecipano all'Eucaristia, o danno l'impressione di avere perso la fede".

Il dibattito si accende anche sulla durata delle omelie che, consiglia il direttorio, dovrebbero essere brevi. Ma quanto? "Sottrarre venti minuti a volte può sembrare troppo. Ma a volte venti minuti non bastano", riflette mons. Roche. "L'importante è anche il ritmo e la gestualità del prete - ricorda padre Maggioni - La sfida della formazione non si esaurisce mai. In una messa con tanti bambini, poi, l'omelia può essere fatta sotto forma di dialogo". Bergoglio insegna.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza