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Alan Kurdi, ricorso Sea Eye: "Fermo per motivi politici"

10 ottobre 2020 | 12.22
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A dirlo il presidente Gordon Isler, all'indomani del fermo amministrativo da parte della Guardia costiera italiana della nave Alan Kurdi, che si trova nel porto di Olbia

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"È inaccettabile che l'Italia metta in dubbio la capacità delle autorità tedesche e spagnole di giudicare la sicurezza a bordo dell'Alan Kurdi. E' assurdo. I fermi delle navi di soccorso tedesche hanno motivi puramente ​​politici". A dirlo il presidente di Sea-Eye, Gordon Isler, all'indomani del fermo amministrativo da parte della Guardia costiera italiana della nave Alan Kurdi, che si trova nel porto di Olbia. "E' già la seconda volta quest'anno", afferma la Ong, in una nota, ricordando che le autorità spagnole e tedesche avevano precedentemente certificato che la nave della Sea-Eye fosse pronta per le operazioni di soccorso dopo essere stata per diverse settimane in cantiere. Il fermo, secondo l'organizzazione, mette a rischio le altre missioni previste quest'anno. La Sea-Eye intende presentare ricorso immediato contro quella che chiama 'detenzione'.

Il capitano Joachim Ebeling in merito al nuovo fermo osserva: "Se tu fossi veramente preoccupato per la sicurezza delle persone che abbiamo salvato, non passeresti ore e ore a cercare modi per trattenerci in ogni occasione". L'Italia, ricorda ancora la Ong, sta attualmente impedendo a tre navi di soccorso tedesche e una nave norvegese di continuare le operazioni di soccorso.

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