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**Amministrative: debacle divide M5S, 'alleanza col Pd? Loro Batman, noi Robin'**

04 ottobre 2021 | 20.30
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"Questo è il tempo della semina per il M5S, siamo appena partiti con un nuovo corso, insediato poco prima che si depositassero le liste, dunque un corso che non ha potuto dispiegare tutte le sue potenzialità". Sono le parole con cui, davanti alla Camera dei deputati, il leader 5 Stelle Giuseppe Conte commenta i primi risultati delle elezioni amministrative. Una tornata che vede un forte calo del M5S nelle grandi città: dalla debacle grillina di Torino all'esclusione di Virginia Raggi dal ballottaggio a Roma, passando per il magrissimo bottino ottenuto da Layla Pavone a Milano. I vertici del Movimento si aggrappano al risultato di Napoli, dove la coalizione a sostegno di Gaetano Manfredi trionfa al primo turno: "L'unità paga, la coalizione con il Pd funziona e il risultato incredibile di Manfredi nel capoluogo partenopeo ne è la prova", il ragionamento che filtra dai vertici.

Un ottimismo che però non è condiviso dall'ala 'diversamente contiana' del Movimento, quella più refrattaria all'idea di un'alleanza strutturale con il Partito democratico. Lo dimostrano i messaggi postati nelle chat interne da alcuni parlamentari, poco prima del malfunzionamento che nel pomeriggio ha bloccato le app di Whatsapp e Facebook. A chi gli fa notare che "dove si è alleato con il Pd il M5S ha vinto", un parlamentare lombardo, secondo quanto apprende l'Adnkronos, replica perentorio: "Noi siamo Robin, non i Batman. E quando nel duo vogliamo essere i Batman, il Pd sceglie di correre senza di noi, vedi Torino e Roma". Poi la chiosa, che non lascia spazio a fraintendimenti: "Bella alleanza di m...". "Non mi pare un'alleanza tra pari", osserva un eletto: "Siamo buoni alleati fino a quando portiamo acqua al mulino del Pd ma siamo lebbrosi se chiediamo al Pd (un paio di volte su centinaia di Comuni) di portare acqua al mulino del Movimento. C'è qualcosa di poco equilibrato nella geometria di questa alleanza".

Già prima della chiusura delle urne, da ambienti ex grillini filtrava malumore per i numeri relativi alla partecipazione del M5S a queste amministrative: "Nel 2016 con Beppe Grillo leader il Movimento presentò 251 liste su 1.363 Comuni al voto, mentre nel 2021 con Conte presidente ha presentato 99 liste su 1.342 Comuni al voto: in sintesi, il Movimento ha perso il 59,8% di presenza in termini di liste nei Comuni al voto sui territori". E ancora: "Se si confrontano i Comuni in cui il Movimento si è presentato nel 2016 e che sono tornati al voto nel 2021 (quindi escludendo i Comuni caduti prima per altri motivi) la situazione è la seguente: a fronte delle 205 liste con cui il Movimento, con Grillo capo politico, si è presentato nel 2016, questa volta il M5S ne ha presentate solo 64, perdendo 141 liste che hanno deciso di non ricandidarsi 5 anni dopo".

Ma l'analisi degli ex pentastellati non si ferma qui: "Nel 2016 il Movimento 5 Stelle con Beppe Grillo capo politico conquista, mettendo un sindaco 5 Stelle, 23 Comuni, ossia: Pisticci, Cattolica, Anguillara Sabazia, Genzano di Roma, Marino, Nettuno, Roma, Vimercate, Castelfidardo, Fossombrone, Pinerolo, San Mauro Torinese, Torino, Ginosa, Noicattaro, Carbonia, Dorgali, Alcamo, Favara, Grammichele, Porto Empedocle, Chioggia e Vigonovo. Nel 2021 con Conte capo politico il Movimento non presenta la lista nel 35% dei Comuni amministrati nei 5 anni precedenti dallo stesso Movimento e che tornano al voto nel 2021. Ossia, perde già prima del voto 7 Comuni su 20: Vimercate, Fossombrone, Carbonia, Dorgali, Favara, Grammichele e Vigonovo".

E nel giorno di San Francesco, in cui ricorre l'anniversario della fondazione del Movimento 5 Stelle, molti attribuiscono un significato critico anche al post pubblicato sui social da Beppe Grillo, una vecchia foto che ritrae il comico assieme a Gianroberto Casaleggio, accompagnata dalla didascalia "12 anni fa abbiamo fatto l'impossibile. Ora dobbiamo fare il necessario!". "Con questo post Grillo ricorda a Conte che i fondatori sono lui e Gianroberto...", osserva una fonte pentastellata. Conte però si stringe nelle spalle quando gli viene chiesta una interpretazione delle parole del garante: "E che sono io l'interprete dei post di Grillo?". (di Antonio Atte)

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