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Amministrative, il voto dietro le sbarre: Roma la città con più affluenza tra detenuti

02 ottobre 2021 | 16.42
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A Napoli appena due quelli ammessi al seggio, tre a Bologna

Amministrative, il voto dietro le sbarre: Roma la città con più affluenza tra detenuti

E' Roma la città del Belpaese dove i detenuti voteranno di più in queste elezioni amministrative. A scegliere il sindaco della Capitale saranno infatti 96 detenuti: 17 a Rebibbia Femminile, 58 al maschile e 21 a Regina Coeli. "Il voto rappresenta un elemento di democrazia, anche nei luoghi di privazione della libertà. Voteranno i detenuti che non sono interdetti e i residenti a Roma, per questo il numero è ridotto - spiega all'Adnkronos Gabriella Stramaccioni, garante dei detenuti di Roma - Significativo il fatto che in tutti gli istituti penitenziari siano stati allestiti seggi elettorali, è un segnale di democrazia anche questo".

Saranno invece appena tre i detenuti su un totale di 750 a esprimere la propria preferenza a Bologna. "Sono quelli che ne hanno fatto richiesta e per i quali è stato istituito il seggio speciale - spiega all'Adnkronos Antonio Ianniello, garante dei detenuti nel capoluogo emiliano - Ma il dato va considerato tenendo presente che nella casa circondariale di Bologna 'Rocco D'Amato' il 60% della popolazione reclusa è straniero. Poi ci sono gli interdetti, i detenuti in alta sicurezza. Anche i numeri delle politiche non erano più ampi, in quell'occasione furono appena 30, 35 a votare".

Nemmeno dieci i detenuti milanesi che si recheranno nei seggi dietro alle sbarre: "Due a Bollate, uno a Opera, dove però ci sono condanne più pesante, pochi allo stesso modo a San Vittore e all'istituto penale per i minorenni 'Cesare Beccaria' - aggiunge Francesco Maisto, garante dei detenuti di Milano - Numeri molto diversi rispetto alle percentuali delle politiche, d'altronde il numero dei milanesi con pene al di sotto 5 anni è bassissimo. Molto attivo, tuttavia, è stato l'ufficio elettorale del comune, così anche rilevante il lavoro dei direttori che nei giorni precedenti hanno fatto le affissioni nei raggi. Non c'é astensionismo, quelli che potevano votare voteranno".

"Nel carcere di Torino i seggi sono già stati installati e i detenuti che hanno diritto al voto sono già stati interpellati. In base alla mia esperienza e ai dati raccolti anche nelle precedenti elezioni, la percentuale è sempre molto molto bassa: su 1.400 detenuti votano circa dalle 40 alle 70 persone al massimo, pur avendo la situazione organizzatissima - dice all'Adnkronos Monica Cristina Gallo, garante dei detenuti di Torino - C'è una sostanziale diffidenza nei confronti della politica, non ho mai trovato, soprattutto per le amministrative, un grande interesse a votare. Un po' perché la maggior parte delle persone recluse conoscono poco il territorio, poi perché la campagna elettorale fatta a livello locale non entra nell'istituto e loro non la sentono. Paradossalmente più alta è la percentuale di votanti nel minorile, naturalmente in proporzione al numero totale dei reclusi, circa venticinque sui quaranta in totale".

Di tutt'altro avviso il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, secondo il quale "cresce il disinteresse verso la politica". A Napoli Poggioreale appena due i detenuti (sui 5 che lo avevano chiesto) che esprimeranno la propria preferenza, zero a Salerno e Benevento. "La disaffezione alla politica si vede facilmente confrontando l'affluenza al seggio speciale alle ultime regionali in Campania, quando furono 48 i detenuti a votare, e alle politiche del 2018 quando al seggio si presentarono in 120. Il diritto al voto - dice all'Adnkronos - è sacrosanto per quelli che lo possono esercitare ma la farraginosità nell'esercitarlo, insieme alla disinformazione e alla poca presenza del tema carceri negli aspiranti sindaci ha portato a questo astensionismo".

(di Silvia Mancinelli)

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